MICHELA MONTI
Cronaca

Muore studentessa per malore fulminante

Lelia Meacci frequentava l’ultimo anno del liceo "Coluccio Salutati". Sono stati donati gli organi

Lelia Meacci frequentava con profitto il liceo "Salutati"

Pistoia, 8 aprile 2020 - Lelia Meacci si è sentita male il giorno dopo il suo compleanno. Il 2 aprile aveva festeggiato insieme alla famiglia i suoi 19 anni. Il 3 aprile al risveglio lo svenimento mentre era seduta sul divano e poi la corsa disperata all’ospedale. Sono proprio i familiari a rompere il silenzio e la riservatezza del momento, per raccontare quei giorni tremendi che hanno strappato alla vita il loro angelo, una giovane studentessa che a giugno avrebbe raggiunto il traguardo importante della maturità. Una ragazza piena di sogni che voleva diventare un medico. “Lelia si è sentita male al risveglio ed è subito svenuta – racconta la famiglia -. A nulla è valso l'arrivo immediato delle ambulanze che l'hanno portata in codice rosso a Careggi. Lì è stata sottoposta ad un lunghissimo e delicatissimo intervento che, purtroppo, a nulla è servito. E' stata in coma per quasi quattro giorni ma ormai le sue funzioni vitali erano già spente. Lelia è stata colpita da una emorragia cerebrale congenita. Non vi sono cause scatenanti, purtroppo e mai, nei suoi 19 anni, ha avuto sintomi che potevano far presagire le conseguenze nefaste”.

Un momento straziante per il fratello e per i due genitori ma anche per tutti i parenti che non potranno dare l’ultimo saluto alla giovane a causa dell’emergenza Coronavirus. Nonostante la disperazione è stato dato il via libera alla donazione degli organi, organi che hanno salvato e che salveranno altre vite umane. Sconvolti professori, compagni di classe e personale scolastico del liceo Salutati di Montecatini dove la ragazza frequentava la quinta. Proprio la scuola nella tarda serata di martedì ha voluto salutare la sua studentessa migliore con un lungo messaggio pubblicato nel sito internet dell’istituto. “La scomparsa di Lelia turba e sconvolge chi le si è seduto accanto, chi ha condiviso con lei per anni momenti, studi, esperienze, fino alle soglie del diploma di maturità scientifica che, per lei, studentessa strepitosa, sarebbe stato il trampolino di lancio per proseguire gli studi universitari con le migliori premesse possibili. Riservata, silenziosamente acuta osservatrice di sé e degli altri, un’aquila silente e ammirevole per chi l’ha conosciuta come studentessa, in un mondo in cui va di moda sgomitare per mettersi in mostra, per conquistarsi un posto al sole, per garantirsi il plauso e l’ammirazione, in cui conta apparire anche senza essere, al contrario Lelia insegnava agli altri, e per primi a coloro che le insegnavano, cos’è il valore, l’acutezza e l’intelligenza paga di se stessa e della propria serietà, l’autodisciplina, il rigore, il soppesare le parole e non sprecarne mai una, la maturità eccezionale nel gestire le emozioni, la modestia autocritica. Un essere raro".

"I compagni tutti, i docenti tutti, il Dirigente, il personale del liceo Salutati si stringono intorno alla famiglia, ai genitori, al fratello, al suo ragazzo, chiusi in una morsa di dolore, di sbigottimento incredulo, di angoscia attonita. Lelia voleva fare il medico. Sarebbe stata un medico eccellente, per quella sua capacità rarissima di valutare come da un luogo altro, con il dominio sicuro di sé, con l’esercizio rigoroso della razionalità e l’intuito dell’intelligenza, senza farsi impelagare e confondere dai miscugli delle debolezze umane. Sono quei casi in cui non può non venire in mente quel che diceva Leopardi, traducendo Menandro: «Muor giovane colui ch’al cielo è caro». La famiglia di Lelia ha donato gli organi. Lelia ha salvato, sta salvando vite, come avrebbe fatto se le fosse stato concesso di proseguire gli studi in Medicina e di mettere se stessa e i doni, di cui Dio o la Natura erano stati prodighi con lei, al servizio degli altri. Tornano alla mente i versi di Marziale che Lelia aveva tradotto qualche settimana fa in classe, prima della chiusura delle attività didattiche e dell’avvio della didattica a distanza: «…nec illi, / terra, gravis fueris: non fuit illa tibi» – «terra, non essere pesante su di lei; lei non lo fu su di te». Ma ora la sua mancanza è un macigno sul cuore di chi ha avuto l’onore di averla nella propria vita, e sa quanto il mondo ha perso perdendo la sua giovanissima vita”.