REDAZIONE PISTOIA

Museo Marini, la lotta è collettiva. Il flash mob... per metterci la faccia

Conto alla rovescia per la nuova imponente manifestazione di protesta in piazza prevista per domani . Associazioni e privati cittadini uniti per chiedere che le opere del Maestro non lascino la "sua" Pistoia.

Museo Marini, la lotta è collettiva. Il flash mob... per metterci la faccia

Che sia un grido condiviso, che voci diverse (tante, è la speranza) dicano però la stessa cosa: "Vogliamo che Marino resti a Pistoia". Se un auspicio alla vigilia della manifestazione c’è, per il portavoce del Comitato Nessuno Tocchi Marino, Marco Leporatti quello risiede nella partecipazione proprio perché capace da sola di alzare il volume su una ferita che da troppo tempo chiede ricucitura. Primo ottobre ed ecco l’appello, "Pistoia sveglia": l’appuntamento è quindi per domani dalle 17 davanti alle porte chiuse del Museo Marino Marini di Corso Fedi per dimostrare così un attaccamento civile, quello a doppio senso tra Marino e Pistoia, tale da scombinare le carte in tavola. Nel mezzo c’è ovviamente la delicata questione che avvolge il complesso del Tau non più idoneo ad accogliere le opere del maestro (di proprietà della Fondazione Marini) e a un passo dall’esser traslocate, così annuncia dall’estate lo stesso ente fiorentino, in San Pancrazio, nel capoluogo toscano.

"Quel che mi aspetto e mi auguro è una risposta della società civile – spiega Leporatti –, ma anche delle istituzioni, dell’amministrazione. In un tempo in cui realtà culturali, vedi uno dei più grandi musei toscani e al mondo, cercano la condivisione con progetti a respiro regionale come gli ‘Uffizi diffusi’, c’è chi sostiene un bisogno localizzato, Firenze-centrico". Era il novembre dello scorso anno quando, nel linguaggio della performance artistica pensata dal collettivo Meduse, l’ultimo movimento civile si snodò per le strade di Pistoia a sottolineare la centralità di un legame, quello tra Marino e la sua città natale. Da allora la distanza tra Comune di Pistoia e Fondazione Marini si è drasticamente moltiplicata apparendo incolmabile: prima l’annullamento del vincolo pertinenziale tra le opere di Marino e Palazzo del Tau ad opera del Consiglio di Stato, ribaltando così la sentenza del Tar e la ancora precedente decisione della Soprintendenza; poi l’ipotesi nuovo museo pistoiese nell’ex complesso conventuale di San Lorenzo avanzata dal Comune di Pistoia (la cui ristrutturazione è strettamente legata ai fondi del Pnrr) e negativamente accolta dalla Fondazione fiorentina. Infine l’ultimo scenario, l’annunciato trasloco di alcune opere del maestro a Firenze. Mese previsto, ottobre, in un giorno non precisato. Infine eccoci allo step finale di questo anno tumultuoso, che di certo non sarà l’ultimo essendo attese novità nel percorso giudiziario nel mese di novembre. In ballo infatti c’è anche la questione legata al rinnovato cda della Fondazione, dal quale di fatto è risultata essere estromessa tutta la componente pistoiese. Cruciali anche i ruoli dei diversi prefetti pistoiesi che si sono alternati negli anni, non ultima l’attuale Licia Donatella Messina, e del notaio Antonio Marrese consigliere del ‘vecchio’ cda, che ha speso energie e tempo in questa delicata battaglia per richiedere nient’altro che l’applicazione dei punti contenuti nello statuto che regola il funzionamento della Fondazione.

"Anche a Soprintendenza e Prefettura rivolgiamo il nostro appello – conclude Leporatti -. A loro va la nostra gratitudine per quanto fatto finora. Ma voglio anche aggiungere, oltre alla riconoscenza, un invito in particolare al prefetto: non sarebbe davvero forse il momento di valutare l’ipotesi commissariamento per la Fondazione?". La manifestazione prevede la lettura di alcuni testi di Egle Marini, basati proprio sulle opere del fratello Marino, mentre sul posto sarà posizionato un plastico con l’immagine del maestro il cui ovale potrà essere rimosso per inserirci ogni volta la faccia di un partecipante della manifestazione: "Un espediente che in realtà serve per lanciare un messaggio semplice: vorremmo davvero che la gente, oltre al Comitato, ci mettesse anche la faccia".

linda meoni