La strada della Liberazione e della memoria passa da Monsummano Terme. L’amministrazione comunale, infatti, ha presentato, insieme a Liberation Route Italia, l’associazione che si dedica alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, culturale, storico e antropologico legato alla Seconda guerra mondiale, due novità per il territorio: la prima, l’installazione di tre Floor Vectors of Memory, veri e propri segnavia nati con l’obiettivo di indicare e porre l’attenzione sui luoghi che raccontano vicende, fatti, ambienti e persone di quel periodo; la seconda, il coinvolgimento di Monsummano Terme nel progetto "LRE Active Remembrance Youth Program". L’iniziativa, che coinvolge l’Italia in rete con altri paesi partner, è rivolta ai ragazzi dai 18 ai 25 anni per farli riflettere, impegnare e lavorare sui temi della memoria, della Liberazione e della guerra. A presentare le iniziative, in conferenza stampa, sono state la sindaca di Monsummano Terme, Simona De Caro, la consigliera del comune di Monsummano Terme Alessandra Goti e l’Executive Marketing Manager di Liberation Route Italia Katia Gerunda.
"I Vectors of Memory - fanno sapere da Liberation Ruoute - disegnati dall’architetto polacco Daniel Libeskind, autore del museo ebraico di Berlino e della ricostruzione del World Trade Center a New York, rappresentano monumenti per la libertà e la pace. Queste installazioni, disponibili in varie forme e dimensioni, vengono posizionate in luoghi significativi come musei, cimiteri, e siti commemorativi importanti, fungendo da segnaletica della memoria per indicare i percorsi della Liberazione".
Una vera e propria segnaletica della memoria, quindi, che a Monsummano sarà presente in tre luoghi-simbolo. Un Vector è stato installato in corrispondenza del Museo della Città e del territorio in piazza Ferdinando Martini dove dal novembre 1943 al marzo 1944, furono detenuti nove cittadini italiani di religione ebraica, fra cui i fratelli Sergio e Giuliana Melli di 10 e 3 anni. Le perlustrazioni che portarono agli arresti furono ordinate dalla questura di Pistoia e vennero compiute da agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Montecatini e da carabinieri della stazione di Monsummano, in collaborazione con militari tedeschi e altri repubblichini locali. I detenuti furono poi trasferiti a Firenze, Fossoli e Auschwitz dove vennero assassinati. Il secondo Vector ha trovato posto al Monumento ai caduti di Cintolese e il terzo presso la Stele ai Caduti dell’Eccidio del Padule di Fucecchio, organizzato da alcuni reparti della 26ª Divisione corazzata dell’esercito tedesco agli ordini del generale Peter Eduard Crasemann, il 23 agosto 1944. Furono assassinati 174 civili, compresi bambini, donne, anziani.
Arianna Fisicaro