
La fabbrica è attiva dal 2015 Nel 2022 il Comune di Pieve a Nievole ha rilasciato l’autorizzazione ad un’altra azienda subentrata nello stesso stabilimento
Quella conceria può davvero restare in mezzo alle abitazioni? Parte da qui la domanda del Comitato di via delle Cantarelle su un’azienda di lavorazione della pelle della zona al confine con Monsummano. La ditta in questione "ha ottenuto nel 2015 – come fa sapere il comitato – l’Autorizzazione Unica Ambientale per l’attività di lavorazione e commercio di pelli di coccodrillo. Nel 2022 il comune di Pieve a Nievole ha rilasciato, in virtù di un cambiamento di nome e gestione un aggiornamento per la voltura di tale autorizzazione ad un’altra azienda subentrata nello stesso stabilimento. Tuttavia, emergono dubbi significativi riguardo alla compatibilità delle attività attualmente svolte con le normative urbanistiche locali. In particolare, le autorizzazioni non chiariscono cosa si intenda per "lavorazione".
Secondo i dati riportati dal Comitato infatti, nella relazione tecnica per la variante alla concessione di derivazione di acqua sotterranea del 10 dicembre scorso, si evidenzia un incremento nell’uso della risorsa idrica, passando da 450 metri cubi annui a 1200 metri cubi annui. Secondo il Comitato l’attività di conceria è considerata dal piano urbanistico di Pieve a Nievole come attività insalubre di prima classe.
"È sorprendente – conclude il gruppo di via delle Cantarelle – che la Asl non abbia sollevato obiezioni riguardo a questa situazione e che il comune di Pieve a Nievole dichiari la compatibilità con il regolamento urbanistico. I residenti si oppongono fermamente alla concessione di autorizzazioni che possano compromettere la loro qualità della vita e la salute pubblica". Per questo motivo il comitato si è rivolto anche al Genio Civile. Il problema infatti non è solo del Comune di Pieve a Nievole ma coinvolge anche le altre istituzioni presenti alla conferenza dei servizi che hanno dato i permessi alla ditta dal nome orientale.
"Conosco bene la questione, si tratta di un’azienda che è lì da 10 anni – risponde il sindaco di Pieve Gilda Dioaliuti – vorrei fosse chiaro che non c’è discrezionalità dell’amministrazione nel dare i permessi ma l’ufficio Suap segue i parametri richiesti da legge per dare i permessi e il percorso coinvolge più enti: evidentemente all’epoca fu ritenuta compatibile con la zona. L’azienda ha chiesto di fare un altro pozzo e la Regione ha convocato la conferenza dei servizi ai quali anche il Comitato di via delle Cantarelle è stato invitato a osservare lo svolgimento dei lavori. A breve gli uffici risponderanno alla lettera che il Comitato stesso ci ha inviato".
Arianna Fisicaro