"No" all’autonomia differenziata. Un comitato e una petizione: "Così si spacca l’Italia"

"È una legge che peggiorerà le disuguaglianze sociali" .

"No" all’autonomia differenziata. Un comitato e una petizione: "Così si spacca l’Italia"

"No" all’autonomia differenziata. Un comitato e una petizione: "Così si spacca l’Italia"

PISTOIA

È partita ieri anche a Pistoia la campagna di raccolta firme contro la legge (numero 86 del 26 giugno 2024) sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, la cosiddetta legge Calderoli. A promuovere l’iniziativa un comitato del quale fanno parte le sigle che compongono la rete della Via Maestra (Cgil, Coordinamento democrazia costituzionale, Acli, Anpi, Arci, Libera, Pax Christi, Federconsumatori, Sunia), Uil e partiti di opposizione al Governo nazionale (Pd, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Partito Socialista, Sinistra Italiana, Verdi, Sinistra Civica Ecologista, Rifondazione Comunista).

"Una legge – è stato spiegato nel corso di un incontro stampa al Circolo Arci delle Fornaci, al quale hanno preso parte i rappresentanti delle varie anime del comitato promotore – che spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili disuguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne". "Partiamo con le firme e andremo avanti fino a metà settembre – ha dichiarato per il comitato promotore Daniele Gioffredi, segretario generale della Cgil di Pistoia – L’obiettivo è ambizioso, 500mila firme, perché vogliamo contrastare questa riforma sciagurata, la legge Calderoli, che è una legge spacca-Italia, con tanti potentati locali e un uomo solo al comando, che rischia di colpire pesantemente i pilastri della Costituzione: il lavoro, perché è contro il contratto nazionale, andando verso le gabbie salariali, ma anche la sanità e l’istruzione, regionalizzando l’istruzione e perdendo un pezzo della cultura del Paese e andando verso la privatizzazione del sistema sanitario nazionale".

"Oltre a questo – ha detto ancora Gioffredi – si priva lo Stato di quelle risorse costituite dal residuo fiscale, che rimane alle Regioni più forti. Risorse queste ultime, che dovrebbero invece servire per fare politiche industriali e di coesione. Quindi dobbiamo raccogliere 500mila firme, ma poi l’obiettivo vero è quello di portare la gente a votare nella misura del 50% più uno, affinché l’esito del referendum sia valido".

Patrizio Ceccarelli