No all’impianto di trattamento rifiuti. E il mondo del rafting si mobilita

Le associazioni sportive e ambientaliste hanno chiesto un incontro urgente al presidente Giani "Si vuole riattivare a Tana Termini un progetto che ha già creato notevoli problemi alla popolazione".

C’è preoccupazione tra le associazioni e gli imprenditori che svolgono la propria attività lungo il corso del fiume Lima per il progetto di un impianto di trattamento rifiuti a Tana Termini. Tanto che numerosi tra loro, particolarmente impegnati sia dal punto di vista imprenditoriale che turistico, hanno preso carta e penna per chiedere un incontro ai vertici della Regione Toscana. L’accorato appello è particolarmente rivolto al presidente Eugenio Giani e all’assessore all’ambiente, Monia Monni.

"Si rende noto – si legge – che svariate associazioni e società che svolgono attività sportive sul Torrente Lima tra cui AdrenaLima, Aquaraja, Canyon Park, Firenze Rafting Toscana, InMind Canyon Park, Rka Outdoor Sdd, SsdA.Rl Luccarafting, Asd Sup4Ll-Toscana Sup, H2O Adventure, T-Rafting, Rockonda, ma anche l’associazione ambientalista Legambiente, il Comitato ambientale “La Valle del Lima“, e cinque attività di ristorazione e accoglienza dei turisti, hanno richiesto un incontro urgente al presidente della Regione Toscana e all’assessora all’ambiente". La contestazione sull’utilità dell’impianto non è nuova e la storia, che si sviluppa su un territorio sul confine tra i Comuni di San Marcello Piteglio e quello di Bagni di Lucca, ha già vissuto momenti di tensione. A destare la preoccupazione delle associazioni e del mondo imprenditoriale che fiorisce lungo la Lima è il progetto di costruzione di un impianto di trattamento rifiuti invece che di compostaggio, com’era la precedente destinazione, avanzata nel Comune di San Marcello Piteglio. "Si vuole far rivivere – si legge ancora nella lettera – un vecchio impianto che ha dato notevoli problemi alla popolazione. Ma ormai il territorio di San Marcello Piteglio e Bagni di Lucca hanno una evidente e palese vocazione turistica e un rapporto con l’ambiente totalmente incompatibile con la costruzione di un simile impianto".

Tutte queste perplessità sono state espresse nella lettera aperta ai vertici della Regione.

"Si vuole evidenziare che solo il settore dell’attività ludica legata al torrente Lima – conclude la nota – vede impiegate più di cento persone e le ricadute di questa attività e di quella turistica sul territorio sono certamente e notevolmente superiori a tutte le ricadute di un impianto di trattamento di rifiuti". Così, è stato richiesto, da tutti i firmatari, un incontro urgente con le autorità della Regione Toscana.

Andrea Nannini