REDAZIONE PISTOIA

"Non ci sono prove di corruzione". Il pm chiede l’assoluzione per tutti

Si avvia verso l’epilogo il processo che vede sotto accusa un ex funzionario del Comune di Serravalle e con lui i titolari di alcune imprese edilizie. Il dirigente era stato responsabile dell’area tecnica.

"Non ci sono prove di corruzione". Il pm chiede l’assoluzione per tutti

PISTOIA

Non ci sono prove nè di corruzione nè di turbativa d’asta nella vicenda giudiziaria che ha toccato il Comune di Serravalle Pistoiese e che ha poi preso forma nel processo cosiddetto "Pollerone". Nel pomeriggio di ieri la pubblica accusa ha chiesto l’assoluzione per tutti nel processo che vede imputato, tra gli altri, un ex funzionario del Comune di Serravalle Pistoiese, Gaetano Pollerone difeso dall’avvocato Andrea Niccolai di Pistoia, l’imprenditore Filippo Scannella, difeso dagli avvocati Michela Gelli di Pistoia e Cristina Menichetti di Prato e gli imprenditori Mario Pitzalis e Maurizio Pitzalis, difesi entrambi dall’avvocato Matteo Guerri del foro di Pistoia.

Il Comune di Serravalle Pistoiese è parte civile in questo processo con l’avvocato Pamela Bonaiuti del foro di Prato. A muovere la richiesta di assoluzione per tutti da parte del pubblico ministero Luisa Serranti al collegio dei giudici presieduto da Alessandro Buzzegoli ((a latere Paolo Fontana e Alessandro Azzaroli), il progressivo indebolimento dell’impianto accusatorio emerso nel corso del dibattimento durante il quale non si sono formate prove a sostegno. Due dei testimoni su cui l’accusa avrebbe potuto far leva si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, niente è emerso sul fronte delle presunte turbative e quanto alla rotazione degli incarichi è stato accertato, durante l’istruttoria dibattimentale, che c’erano ditte che lavoravano di più di quelle chiamate in causa. Anche dalle indagini patrimoniali sono emersi scarsi elementi. Il pm Serranti ha quindi preso atto che il quadro probatorio non ha assunto, come ci ha spiegato l’avvocato Niccolai "connotazioni di gravità e precisione" e ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati.

I fatti si cui si parla, lo ricordiamo, si sarebbero verificati tra il 2011 e il 2017 e i reati contestati sono quelli di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. In pratica, secondo le accuse che erano state formulate, Pollerone avrebbe assegnato opere d’urgenza, o affidamenti diretti, favorendo le imprese coinvolte, dalle quali avrebbe ricevuto 10mila euro in contanti e pubbliche utilità nei lavori svolti a casa della madre.

l.a.