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Cronaca

"Non hai riordinato", e giù botte. Marito arrestato per le violenze

Lui, 25 anni, la picchiava da anni, finché lei, esasperata, l’ha denunciato

Violenza contro le donne (foto d'archivio)

Pistoia, 7 agosto 2014 - LUI RINCASA, come tutte le sere dopo il lavoro. La cena è pronta in tavola, ma le pantofole non sono al loro posto, sistemate all’ingresso e pronte per essere calzate. Soprattutto, lei ha «osato» allontanarsi, salendo al piano di sopra per far visita alla vicina di casa. Così, al suo rientro, sono botte: violentissime, come sempre. Non si parla di una coppia consumata, ma di due giovani: lei ha 24 anni, nomade di origini bosniache, lui 25, di origini montenegrine, sposati da 5 anni e con due bambini in tenera età. E’ stato un intervento difficile e molto delicato quello che gli agenti della polizia di Pistoia hanno effettuato martedì sera nel quartiere delle Fornaci.

A dare l’allarme è stata la ragazza, esasperata da anni di violenze, abusi che sono iniziati subito dopo il matrimonio e non sono mai più smessi. Ma all’arrivo degli agenti, la giovane ha perso il coraggio che l’aveva sostenuta fino a pochi minuti prima. Infatti, quando ha tentato di chiamare i propri genitori, il marito le ha afferrato il cellulare strappando via la scheda telefonica e distruggendola sotto i suoi occhi. Così, spaventata dal marito che evidentemente la teneva in uno stato di soggezione costante, la donna temeva che, sporgendo denuncia avrebbe avuto problemi con il suo permesso di soggiorno.

SOLO GRAZIE alle parole e alle informazioni che gli agenti (presente anche una donna) le hanno fornito, la ragazza si è convinta ad andare avanti. Gli agenti, che sono formati grazie ai corsi anti stalking e conoscono le procedure di attivazione del codice rosa, hanno spiegato alla giovane moglie che non ci sarebbe stato nulla da temere. Così sono emersi anni di percosse continue: le ultime, refertate dal medico di guardia, avevano lasciato profonde tumefazioni al cuoio capelluto. Il marito è stato arrestato: l’accusa è di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata, con l’aggravante (in base alla legge sul femminicidio) di aver portato avanti le condotte violente davanti ai minori. La Questura ha avviato le procedure per la concessione alla ragazza del permesso di soggiorno, così come previsto per le donne vittime di violenza in famiglia. Martina Vacca