Non picchiarono la loro cliente che era stata sorpresa a rubare tra gli scaffali del negozio. Il giudice, al termine del processo, ha riconosciuto la completa estraneità di madre e figlio alle accuse e li ha assolti con formula piena. La donna che li aveva denunciati sarà invece, a sua volta, denunciata per calunnia. Il processo si è concluso ieri mattina davanti al giudice monocratico Raffaella Amoresano. I fatti che sono stati affrontati durante il dibattimento risalgono al 2016 e si verificarono all’interno del supermercato cinese di viale Adua.
Quel giorno i titolari, madre cinquantenne e figlio appena diciottenne all’epoca, videro entrare una donna sui quarant’anni, pistoiese, che cominciò ad aggirarsi tra gli innumerevoli scaffali del grande emporio. Dalle telecamere della videosorveglianza interna si resero conto che la donna infilava alcuni oggetti nella borsa. Il ragazzo la seguì e le si avvicinò, ma non vide – come ci ha spiegato il difensore di madre e figlio, l’avvocato Sabrina Serroni del foro di Prato – che toglieva quello che aveva sottratto dalla borsa e lo riponeva negli scaffali. Una volta alla cassa i titolari le chiesero di aprire la borsa che però non conteneva più gli oggetti rubati.
Ne scaturì un vivace episodio che portò all’intervento di una pattuglia dei carabinieri. Ai militari la donna pistoiese denunciò di essere stata picchiata e ferita da madre e figlio cinesi fino a sanguinare (i carabinieri riferirono poi di non aver visto sangue), di essere stata umiliata e calunniata. La signora cinese riferì alla pattuglia che in realtà era stata la cliente ad aggredirla. I militari le chiesero quindi se voleva sporgere denuncia, ma lei disse di no.
C’era una testimone, in quel momento, una cliente di settant’anni che all’arrivo dei carabinieri disse che avevano ragione i titolari dell’emporio e che era stata la titolare cinese ad avere la peggio.
Ma fu proprio lei, con il figlio, a finire sotto processo, accusati entrambi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni mentre la donna pistoiese si era costituita parte civile.
"Nel corso del dibattimento – ci ha spiegato l’avvocato Serroni – partendo dal verbale dei carabinieri, è stato possibile ritracciare la testimone che ha confermato in aula la versione dei miei assistiti, e cioè che era stata la titolare cinese a essere stata picchiata. Una testimonianza fondamentale, che ha portato all’assoluzione piena di madre e figlio. Ora procederemo per calunnia".
l.a.