Fumata nera all’incontro in prefettura tra sindacato delle professioni infermieristiche Nursind e la Regione, dopo la proclamazione dello stato di agitazione del personale del servizio sanitario regionale. Tra le richieste dell’organizzazione sindacale la revisione delle dotazioni organiche, lo stop al blocco delle assunzioni, il rifinanziamento del fondo per il personale nei reparti Covid e l’immobilismo della Regione dopo le denunce del Nursind sugli atti di violenza verso gli operatori sanitari. "A fronte delle richieste – spiega il coordinatore regionale Giampaolo Giannoni – siamo sconcertati dalla chiusura totale. Siamo costretti a proseguire lo stato di agitazione: nelle prossime settimane organizzeremo una manifestazione sotto la sede della Regione per dare più visibilità alle enormi difficoltà che sta vivendo il personale che finiscono per riverberarsi sulla popolazione". "Questi tagli non creano disagi soltanto al personale sanitario – dice Giannoni – A rimetterci sono soprattutto i cittadini".
"Il ‘no’ che ci ha fatto più male – dicono – riguarda gli organici: al momento non esiste nessun modello che definisca a livello regionale il reale fabbisogno del personale infermieristico, che vive oggi una condizione di straordinaria sofferenza.
Gli standard scientifici ci dicono che un rapporto 1 a 8 tra infermiere e pazienti rischia di essere pericoloso: ebbene in molti reparti di degenza tale rapporto arriva a 1 a 15, in alcune Rsa 1 a 35. Abbiamo colleghi con centinaia di ore di straordinario che lavorano con maggiori spese a carico delle aziende, per ricoprire i turni ordinari".
"Stante questa situazione – le parole del coordinatore toscano del Nursind – ci saranno sicuramente problemi a ripartire con i servizi ordinari al termine del periodo di ferie e questo porterà nuovi disagi alla popolazione. Se aggiungiamo che il turnover è in forse, con contratti in scadenza e nessuna risposta, che le graduatorie del personale infermieristico e Oss sono ferme, il quadro della situazione è completo. Non va certo meglio dal punto di vista economico. siamo amareggiati per la scarsa sensibilità dimostrata dalle istituzioni regionali nel comprendere il sacrificio fatto in questi anni dal personale sanitario e la drammaticità del momento che stiamo vivendo. Amareggiati perché noi parliamo di problemi concreti e la Regione ci risponde con espressioni come razionalizzazione e salvaguardia degli equilibri di bilancio".