PISTOIA
Un pomeriggio di discussione, che ha concluso un iter durato poco meno di cinque anni partito nel gennaio 2020 che ha portato all’adozione del nuovo Piano strutturale del Comune di Pistoia. Documento passato con 18 voti a favore e 11 contrari e che, di fatto, va a disegnare la città per i prossimi vent’anni. Adesso spazio per le osservazioni e, poi, un secondo passaggio in consiglio per l’approvazione finale. Dopo una prima fase interlocutoria, si è aperto un dibattito schietto dove non sono mancate le frecciate. "Diamo la nostra idea di città per i prossimi vent’anni – afferma il sindaco Alessandro Tomasi – che si andrà ad intrecciare col piano operativo. Nel frattempo, non siamo stati fermi e sono state colte opportunità importanti dal punto di vista industriale: penso all’area ex Radicifil, ad alcune operazioni in Sant’Agostino e altre aree. Ritengo, però, che tutta la discussione sia stata costruttiva e che c’è già un lavoro importante, pronto, da portare avanti". Nel rush finale anche l’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi, a capo del gruppo di lavoro per la costruzione del piano, ha detto la sua. "Si viene accusati di essere l’amministrazione che proietta la città verso la cementificazione, ma i numeri dicono altro. Per il residenziale si prevede, nei prossimi vent’anni, 52mila metri quadri a Pistoia contro 106mila a Quarrata e 179 mila a Prato".
Dal capogruppo di Forza Italia, Iacopo Bojola, che ha puntato il dito sulle differenti opinioni del centrosinistra ("qui ci dite che non si deve consumare altro suolo ma in Provincia promuovete un tracciato differente per la variante "Montalese"") a quella della Lega, Cinzia Cerdini, che ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto e che rappresenta un bel passo in avanti per la città. "E’ un piano che guarda alla coerenza e alla consapevolezza – aggiunge Francesco Pelagalli (Fdi) – dentro non ci saranno paroloni che appartengono in passato e che poi non sono stati realizzati: non è vero che non guardiamo in alto, guardiamo al possibile". Da parte di Salvatore Patanè (Avanti Pistoia) un chiaro riferimento a quanto portato avanti dal Pd del ’modello Prato’ "con il quale non vogliamo avere nulla a che fare".