REDAZIONE PISTOIA

Olandesina trasformata dal mercato. La Pistoiese si scopre profonda

Accardi, Maldonado, Stickler e ora Simeri hanno alzato il livello di competitività interna e i risultati si vedono

"Squadra che vince non si cambia" è una delle frasi più utilizzate nel mondo calcistico dall’alba dei tempi. Ma come si fa a non pensare di cambiare quando si ha una rosa di oltre venti uomini di assoluto valore? Chiedetelo ad Alberto Villa, che sicuramente starà convivendo già da alcuni giorni con questo amletico dilemma. La sua Pistoiese, battendo 2-0 il Fiorenzuola nella prima giornata di ritorno del Girone D di Serie D, ha trovato il terzo successo di fila e lo ha fatto con una prestazione convincente di tutti i giocatori impiegati, sia i titolari che i subentrati. Un aspetto che lo stesso allenatore ha rimarcato nel post-partita, confermando nuovamente quanto la competizione interna allo spogliatoio sia viva in casa arancione.

Dando uno sguardo al tabellino si può notare che domenica si sono alzati dalla panchina Mazzei, Kharmoud, Diodato, Grilli e, dulcis in fondo, il neo acquisto Simeri. Escludendo quest’ultimo per ovvi motivi, gli altri quattro sono calciatori che nel primo scorcio di stagione hanno dato tanto alla squadra, giocando spesso anche dal primo minuto. Ciò che si può dedurre è quindi immediato: ad oggi la Pistoiese non ha solamente undici titolari, ma può contare su una rosa assai più ampia in ogni reparto, a maggior ragione dopo gli oculati interventi effettuati in sede di calciomercato.

In quest’ottica un plauso non può che andare alla società e in particolare al direttore sportivo Massimo Taibi, capace di rimediare ad alcuni errori commessi in estate con correttivi di innegabile spessore. Non è un caso che Accardi, Maldonado e Stickler, arrivati tra novembre e dicembre, in una manciata di partite siano divenuti dei punti di riferimento della Pistoiese.

Da qui al termine della stagione ogni gara assumerà un enorme peso specifico e la responsabilità passerà perciò nelle mani di Alberto Villa. Sarà lui, di settimana in settimana, a dover scegliere chi mandare in campo e chi far riposare inizialmente, mantenendo tutto il gruppo sull’attenti e senza far passare il messaggio che ci siano ragazzi più importanti di altri. Anche perchè la missione rimonta degli arancioni è e rimarrà parecchio impegnativa e privarsi della forza e dell’energia di qualche elemento non è pensabile. D’altronde, l’unione fa la forza: un’altra frase scontata che più che mai porta con sé sacrosante verità.

Michele Flori