Pistoia, 25 ottobre 2021 - Annata pessima anche in provincia per la raccolta delle olive. Alcuni frantoi non apriranno nemmeno, diverse aziende, anche importanti, hanno rinunciato alla raccolta, altre stanno andando avanti ma con la prospettiva di un calo drastico della produzione, che talvolta arriva a punte del 90%. La qualità del poco olio che c’è è ottima, ma gran parte della domanda è destinata a restare insoddisfatta. I prezzi? In aumento, ma senza eccessi. "Non aprirò nemmeno – dice Paris Boschi, titolare del Frantoio tradizionale Boschi nella zona di San Felice – prima il Covid, poi il clima, è una disperazione e viene voglia di smettere. Mi chiamano anche da Firenze e Pontassieve ma io non posso aprire, mi occorrerebbero 15 quintali solo per partire e non posso farlo senza garanzia di continuità. Se la Regione non fa un piano per l’Appennino che unisca turismo e olivicoltura e permetta di impiegare tanti giovani non ci sono prospettive per questo settore".
Anche l’azienda Ravagli di Valdibure, 4.500 olivi su sette ettari di terreno, non raccoglierà nemmeno le olive e non aprirà il suo frantoio: "Qualcosa ci sarebbe sulle piante – dice Marzia Ravagli – ma non merita impiegare tempo e spesa per la raccolta. Abbiamo ancora un po’ d’olio dell’anno scorso. Con questa scarsità di olive chi compra l’olio quest’anno deve avere la massima fiducia in chi lo vende". Le ragioni del cattivo raccolto sembrano siano soprattutto climatiche, perché la mosca, proprio per le alte temperature, non ha inciso molto. "Per la nostra zona ha pesato la siccità – continua Ravagli – le piante hanno salvato se stesse sacrificando le olive. Infatti vedo che le olive ci sono nelle piante presenti nei giardini dei privati che sono state annaffiate".
E’ in funzione da una settimana il frantoio della cooperativa Pam a Campiglio di Quarrata. "Assicuriamo il servizio ai nostri soci – dice il presidente della Pam, Riccardo Pretelli – ma è un’annata brutta, sia a livello regionale che in Umbria. Il nostro frantoio lavora ma non so quanto resteremo aperti, ci sono aziende da 4mila piante che hanno già terminato e forse già a metà novembre dovremo cessare. L’olio è buono perché le olive sono sane". Un’azienda che sta lavorando è la Marini Giuseppe e Figli vicino a Pontenuovo: "Un po’ di olive ci sono – dice Fabio Marini – il raccolto è scarso a macchia di leopardo, prima il ghiaccio e poi il caldo hanno inciso molto, ma la resa è discreta".