L’imposta di soggiorno introdotta ad inizio anno ha già garantito in pochi mesi circa 15mila euro alle casse comunali. Lo ha fatto sapere l’assessore al turismo Maurizio Bruschi durante la scorsa seduta del consiglio comunale, assicurando come la somma sarà reinvestita dal Comune di Serravalle sempre nell’ambito della promozione del turismo.
Si tratta di una tassa già presente nella maggior parte dei Comuni italiani, che per quanto concerne Serravalle è entrata in vigore lo scorso 1 marzo dopo esser stata approvata sul finire del 2023. Ammonta nel dettaglio ad un euro a notte per quel che riguarda gli alberghi fino a tre stelle, gli agriturismi, i B&B, le case e gli appartamenti per le vacanze e gli affittacamere. Sale invece a 1,50 per strutture più articolate o lussuose come eventuali alberghi a quattro o cinque stelle, villaggi turistici e residence. L’amministrazione Lunardi aveva già anticipato l’intenzione di riutilizzare i proventi della nuova imposta a carico dei turisti per promuovere il territorio, iniziando magari dalla realizzazione e dalla stampa di depliant e volantini turistici.
"In questi primi mesi, la tassa di soggiorno ha portato 15mila euro – ha detto Bruschi – e c’è la possibilità importante di poterli reinvestire". Anche perchè ci sono gli ultimi dati sul turismo a rappresentare un ulteriore conforto, che vedono il Comune di Serravalle fra i più visitati della provincia di Pistoia, alle spalle di Montecatini (saldamente primo in classifica) e del capoluogo e praticamente in linea con i numeri fatti registrare da Pescia e Chiesina Uzzanese.
Stando all’ultimo report della provincia, le strutture alberghiere di Serravalle hanno registrato lo scorso maggio 1976 arrivi e 3545 presenze, facendo registrare un +9% rispetto al medesimo periodo del 2023.
ositiva nel complesso anche la situazione anche per quanto riguarda le strutture ricettive extralberghiere: 890 gli arrivi, 3158 le presenze. Al momento dell’introduzione della tassa di soggiorno, il vice-sindaco Federico Gorbi stimò indicativamente in 25mila euro l’ammontare delle risorse che l’imposta avrebbe potuto garantire al Comune. Di questo passo però, il totale potrebbe essere persino superiore.
G.F.