REDAZIONE PISTOIA

Omaggio a Luca Boschi "Un pozzo di scienza"

Pier Luigi Gaspa racconta la straordinaria vita professionale del disegnatore pistoiese che fu il massimo esperto del mondo di Disney

"Ci sono persone che è un privilegio conoscere, figurarsi farsele amiche. Ecco, questo per me era Luca Boschi". Niente retorica, solo il cuore aperto di chi, a Luca Boschi, fumettista e giornalista pistoiese tra i più noti a livello internazionale mancato lo scorso anno, ha voluto dedicare una giornata di studi che chiama a raccolta oggi, in Sala Maggiore (ore 14), alcuni tra gli amici e i colleghi più cari. È Pier Luigi Gaspa, che con Boschi ha condiviso trent’anni di professione e anche lui stella del fumetto.

Quali ricordi custodisce?

"Luca ha attraversato gli ultimi quarant’anni del fumetto italiano condensando dentro di sé una serie di professionalità che in genere appartengono ai singoli. È stato disegnatore, ma anche saggista dalla bibliografia sterminata, critico, sceneggiatore, curatore di mostre e consulente editoriale, direttore delle più importanti manifestazioni fumettistiche d’Italia, oltre a essere diventato il massimo esperto mondiale dell’universo disneyano. Già questo giustificherebbe un suo ricordo. Con Luca ci siamo conosciuti nel 1991, collaboravamo alla stessa casa editrice. Di persona ci avvicinammo a un incontro al Pacinotti. C’era anche Sergio Bonelli. Da lì è cominciata l’amicizia. Ci sentivamo spesso per telefono, dirimevamo le questioni di lavoro in un attimo: era un pozzo di scienza dalla memoria prodigiosa. Ma la telefonata poteva durare un’ora perché Luca non si stancava mai di aggiungere: ‘Ora ti dico solo quest’altra cosa’. E giù a parlare, di tutto. Questo bellissimo scambio di opinioni è una delle cose che mi manca di più".

Un omaggio permanente intitolato a Boschi: che ne pensa? "Sarebbe doveroso. Ha dato lustro a Pistoia nel mondo, per anni ha gestito la collana Totem Comic dalla ‘redazione distaccata di Pistoia’, il suo studio. Ma questa è solo una delle tante cose che legano il suo nome a Pistoia. E poi Luca era un talent scout, captava le potenzialità altrui. Leo Ortolani e Silvia Ziche li ha scoperti lui. Ecco: questa potrebbe essere la motivazione per un premio a un emergente. Io sono disponibile a collaborare, il resto tocca alle istituzioni". Lei ‘nasce’ biologo. Com’è arrivato al fumetto?

"Banalmente: capita. Mi sono laureato a Sassari poi mi sono trasferito a Roma. La passione per i fumetti già c’era. Facevo il tirocinio al Gemelli. Lì sono entrato in contatto con una casa editrice romana e ho cominciato a tradurre i fumetti. Una serie di circostanze nefaste mi ha costretto a scegliere. Coi fumetti mi pagavano. Così è diventato un lavoro. Ma mi interesso ancora di scienze".

Come si riesce a far divulgazione in modo leggero ma efficace?

"Occorre partire dall’assunto che i fumetti sono un medium, non un genere. Con il fumetto si può fare tanta divulgazione. Io, a esempio, l’ho fatto scrivendo dei libri con Giulio Giorello, filosofo della scienza. I fumetti riescono a parlare di scienza in modo interessante. Accade in Tex Willer, numero 161 ‘Il fiore della morte’ del 1977 con il ‘Csi’ El Morisco che scopre il perché di alcune strane morti grazie a una teoria scientifica. Accade in Barks e Don Rosa, i più grandi Disney. Accadde in Egitto quando per costruire la diga di Assuan si dovettero spostare delle statue colossali. La soluzione già c’era in ‘Paperino e il colosso del Nilo’ di Scarpa uscito nel 1961. Il primo accenno di interferone comei cura? Su Flash Gordon nel 1960".

A cosa sta lavorando?

"Alle tre collane settimanali per la Gazzetta dello Sport, a una nuova edizione di Flash Gordon, a una collana, ‘Blueberry’, dedicata a un personaggio western francese anni ‘60 e poi di un’altra collana che pubblica la Gazzetta dello sport, Satanic, su personaggi del fumetto nero degli anni ‘60. E anche lì si scopre che molti fumetti riportano cose e fatti che spesso sfuggono: il fumetto, anche quello ritenuto ‘minore’, è pieno di citazioni nascoste, di racconti e anticipazioni storiche. E poi ho ereditato da Luca una delle collane che curava: i grandi classici Disney".

linda meoni