Omicidio Agliana, il cognato di Alessio Cini: “Parlerò all’udienza di convalida, sono innocente”

Daniele Maiorino, il 58enne fermato con l’accusa di aver ucciso il cognato, ha incontrato l’avvocato nel carcere di Pistoia

La villetta ad Agliana, nel riquadro Daniele Maiorino, il cognato di Alessio Cini (Acerboni / FotoCastellani)

La villetta ad Agliana, nel riquadro Daniele Maiorino, il cognato di Alessio Cini (Acerboni / FotoCastellani)

Agliana (Pistoia), 20 gennaio 2024 – "Io sono innocente e qui non hanno capito che hanno sbagliato mira”. Sono le parole che Daniele Maiorino, il 58enne fermato con l’accusa di aver ucciso il cognato Alessio Cini, ha detto al suo avvocato Katia Dottore Giachino in un incontro avvenuto stamani nel carcere di Pistoia. L’udienza di convalida è fissata per lunedì 22 gennaio davanti al gip Patrizia Martucci. 

"L'ho trovato più sereno - spiega l'avvocato -, lunedì ci sarà l'udienza e ha detto che vorrà nuovamente parlare. Io gli ho rappresentato la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma lui ha affermato che vuole parlare, perché mi ha detto 'io sono innocente e qui non hanno capito che hanno sbagliato mira’”.

Per la procura, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Pistoia, Maiorino avrebbe ucciso il cognato - che è stato brutalmente aggredito e poi gli sarebbe stato dato fuoco quando ancora era in vita - per questioni economiche, legata a una possibile eredità.

"Il movente, così come ritenuto dalla procura, per noi non sussiste - ribadisce il legale di Maiorino -, anche oggi in carcere con il mio assistito ne abbiamo riparlato. E abbiamo anche visto alcune immagini che sono state messe” nel provvedimento di fermo e “che a parere dell'imputato i soggetti non corrispondono, però questa è una cosa da approfondire, come sono da approfondire anche altri elementi, perché dalle telecamere della videosorveglianza del vicino, non si riesce a capire perché” la vittima “si colloca lì e come c'è arrivata”.

L'avvocato ribadisce anche che "le indagini al momento sono molto lacunose, perché in dieci giorni non si può chiudere un omicidio per due parole dette in macchina - per l'accusa Maiorino, intercettato in auto, avrebbe ammesso le sue responsabilità -, un soliloquio fra l'altro di frasi spezzettate e messe lì e che non si capisce a che punto dell'intercettazione avvengono. Se lunedì verrà confermato l'arresto, chiaramente ci sarà il riesame, perché a quel punto vedremo gli atti e capiremo come muoverci e certamente, per quanto riguarda le intercettazioni ci avvarremo anche della consulenza tecnica di un perito, perché questi sono processi che fanno con le perizie”.

Intanto, sul fronte degli inquirenti, gli accertamenti continuano con le analisi delle varie posizioni. Le indagini, dirette dal procuratore capo Tommaso Coletta e dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, vengono svolte dal nucleo investigativo e dalla sezione operativa dei carabinieri di Pistoia.