Pistoia, 27 gennaio 2024 – Ha fiducia nella giustizia e nella possibilità di poter dimostrare la sua innocenza. A una settimana dal suo arresto, Daniele Maiorino, 58 anni di Prato, in carcere dalla mattina del 19 gennaio, accusato di aver ucciso suo cognato Alessio Cini, colpito alla testa e poi dato alle fiamme, ribadisce la sua estraneità al delitto che si è consumato nel cortile di casa sua.
Lo fa affidando le sue parole all’avvocato Katia Dottore Giachino che ne ha assunto la difesa fin dalla convocazione al comando dei carabinieri, la notte precedente al fermo.
"E’ sereno e collaborativo – ha spiegato l’avvocato ieri mattina, dopo l’incontro in carcere – ed è sicuro di poter dimostrare la verità dei fatti". Ieri mattina in Procura si è svolto il conferimento dell’incarico ai consulenti: si tratta del dottor Ugo Ricci, genetista di Careggi, che dovrà estrapolare il Dna repertato sugli indumenti sequestrati a Maiorino e confrontarlo con quello della vittima. Per la parte informatica, è stato incaricato l’ingegner Andrea Bigagli di Prato che analizzerà tutti i contenuti del cellulare sequestrato all’indagato. Il lavoro dei carabinieri, diretti dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, prosegue.
«Il mio cliente è stato ampiamente collaborativo – ha spiegato l’avvocato Dottore Giachino – e ha fornito tutti codici di sblocco e le password sia del telefono che dei profili social. A nostra volta abbiamo nominato come nostra consulente la biologa Martina Chiappelli di Bologna".
E ieri mattina era presente anche l’avvocato Michael Ravagli, legale della moglie di Alessio Cini, Katiuscia Carrone. "La nostra presenza era importante oggi – ha chiarito – la signora sta seguendo ogni aggiornamento. Quanto all’interessamento dimostrato nei giorni successivi alla tragedia da parte della mia cliente riguardo alla destinazione della sua casa, possiamo dire che la sua premura è sempre stata di assicurare alla propria figlia un tetto sicuro; si tratta dell’unico bene di cui la stessa dispone".
Intanto, a difesa del padre è scesa la figlia di Daniele Maiorino, che ha inviato una lettera a tutti media. "Non parlo perché di parte, parlo perché qualcuno deve parlare. Viviamo in paese in cui la notizia e i soldi valgono più di vite e sentimenti di altri esseri umani. Questo messaggio non vuole essere né un’accusa, né tanto meno una difesa, voglio solo dire la verità. Abbiamo sentito a lungo parlare di intercettazioni e pericolo di fuga, ma mio padre non aveva un passaporto in corso di validità da almeno 20 anni. Riguardo alle intercettazioni, va detto che considerando la tragedia che ha visto coinvolta la mia famiglia, eravamo soliti fare ipotesi su ciò che potesse essere successo".
M.V.