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Omicidio Cini: morì per asfissia. Dissidi con i vicini, lui li querelò

Ancora un’udienza fiume, quella che si è svolta ieri per tutta la giornata e fino alle 19 di sera in...

Ancora un’udienza fiume, quella che si è svolta ieri per tutta la giornata e fino alle 19 di sera in Corte d’Assise a Firenze, dove è ormai entrato nel vivo il processo per il brutale omicidio di Alessio Cini, l’operaio tessile di 56 anni di Prato, aggredito con una spranga e dato alle fiamme la mattina dell’8 gennaio del 2024 nella corte della villetta trifamigliare nella quale abitava alla Ferruccia di Agliana, insieme alla figlia. Ieri è stato al lungo ascoltato il medico legale, Ilaria Marradi, incaricato dalla Procura, sostituto Leonardo De Gaudio, che ha esposto alcuni particolari del terribile delitto. All’udienza era presente l’imputato Daniele Maiorino, operaio 59enne di Agliana, che si trova in carcere a Prato da un anno, accusato dell’omicidio volontario del cognato, aggravato dalla crudeltà.

Secondo la relazione esposta dal medico legale, Alessio Cini morì per asfissia, dopo essere stato brutalmente aggredito alle spalle con un oggetto contundente: sul corpo, una ferita lacero contusa al cranio, ecchimosi su torace e schiena. Sulle sue mani sono state riscontrate ferite da difesa. I colpi alle spalle avrebbero raggiunto la vittima alla testa, e allo sterno, in una sequenza non meglio precisata: non è stato possibile chiarire se i colpi lo abbiano raggiunto quando l’uomo era in piedi o in ginocchio. Ciò che è sicuro è che l’uomo era vivo ma agonizzante quando è stato dato alle fiamme e infatti, la morte è avvenuta per asfissia. Poi è stata la volta della testimonianza dei vicini di casa, che hanno risposto alle domande del pm e degli avvocati difensori, Katia Dottore Giachino e Fulvia Lippi di Prato.

Quella mattina, il vicino di casa, come spesso accadeva, era uscito molto presto intorno alle 6 per recarsi sul posto di lavoro, e sarebbe rincasato intorno alle 6,30, allertato dalla moglie, dopo quello che era accaduto.

Ed è emerso che i rapporti tra le famiglie erano tesi: un diverbio, in particolare, per questioni di vicinato e dell’uso della corte risalirebbe al dicembre del 2023. Un episodio a cui sarebbe seguita una querela presentata dalla vittima Alessio Cini.

Il processo riprende il prossimo 4 febbraio, quando sarà ascoltato il fratello di Cini, Luca.