Pistoia, 25 marzo 2019 - Pietro Carlo Artusi, l'uomo di 48 anni che era in carcere con l'accusa di aver ucciso la compagna Roberta Priore, 53 anni, trovata morta martedì scorso nel proprio appartamento di Milano, si è impiccato alle sbarre della sua cella a San Vittore ieri sera (domenica 24 marzo) ed è in coma irreversibile. Il 48enne aveva confessato il delitto davanti agli investigatori della Squadra Mobile e al pm.
Da quanto si è saputo, Artusi, che era detenuto nel quinto reparto del carcere milanese di San Vittore, si è impiccato con una corda rudimentale alle sbarre della cella, dopo le 21 di domenica sera. In precedenza l'uomo non aveva manifestato istinti suicidi. È stato, poi, ricoverato in condizioni disperate e ora è in coma irreversibile. L'uomo nella notte tra il 19 e il 20 marzo scorso ha raccontato agli investigatori della Squadra mobile e al pm di Milano Grazia Colacicco di avere ucciso la sua compagna Roberta Priore al culmine dell'ennesima lite con quella donna che frequentava solo da circa 5 mesi.
Nonostante il poco tempo trascorso assieme, la Polizia era già intervenuta due volte per litigi in casa. La notte dell'11 marzo scorso, ad esempio, un vicino aveva chiamato spaventato per le urla della donna, ma all'arrivo degli agenti erano apparsi entrambi calmi e la donna si era rifiutata di denunciare. Il 14 marzo, invece, era stato Artusi, disoccupato, a telefonare al 112 raccontando di uno scontro che lo aveva convinto a lasciare l'appartamento dove si era di recente trasferito. «Durante la deposizione era sconvolto, davvero molto provato - aveva spiegato il capo della Mobile milanese, Lorenzo Bucossi -. Ci ha detto che lunedì sera (il 18 marzo, ndr) sono andati a cena in un locale in zona Ortica, al tavolo avrebbero iniziato a litigare per motivi personali, sembra per una presunta gelosia nei confronti della Priore. La situazione è degenerata al punto che sono andati via ognuno per sé. Poco dopo sono rientrati in casa ed è ripresa la discussione. Artusi - aveva spiegato ancora Bucossi - dice che entrambi hanno assunto cocaina e che la donna lo ha aggredito lanciandogli oggetti. Ha ricostruito una scena scomposta in diversi momenti, a suo dire l'ha soffocata col cuscino per impedirle di urlare». L'allarme era stato dato attorno alle 16 del 19 marzo dalla figlia di Priore perché non aveva notizie della madre da giorni e non riceveva risposta suonando al campanello.