È stata effettuata ieri l’autopsia sulla salma di Luca Cavati, l’operaio 69enne morto martedì 12 novembre sotto un grosso carrello elevatore nel piazzale della cartiera Cardella a San Pietro a Vico, in provincia di Lucca. L’esame del medico legale Stefano Pierotti, incaricato dalla Procura, ha confermato il decesso immediato per trauma da schiacciamento. All’esame necroscopico hanno assistito anche la dottoressa Ilaria Marradi e il dottor Gilberto Martinelli, nominati come consulenti dai due indagati, l’autista del carrello e il titolare dell’azienda. Adesso la Procura dovrebbe liberare la salma e dare il nullaosta per i funerali. Dalle indagini sarebbe intanto emerso che il muletto in manovra non procedeva in retromarcia, bensì in avanti: il carico di carta avrebbe impedito al conducente di notare l’operaio nel piazzale. Sono due gli indagati al momento, che hanno ricevuto l’avviso per l’autopsia. Naturalmente il 58enne senegalese alla guida del carrello elevatore, dipendente di una cooperativa esterna, che aveva un regolare patentino per la conduzione del mezzo. Insieme a lui, è indagato anche il responsabile della sicurezza della cartiera "Modesto Cardella": un avviso di garanzia come semplice atto dovuto.
Luca Cavati da molto tempo aveva lasciato la sua Pescia, cresciuto ai piedi del Caminone insieme all’adorata sorella Antonella, poco più che ventenne si era trasferito prima a Uzzano, poi a Spianate di Altopascio. Una vita trascorsa soprattutto nel settore della floricoltura, quando era ancora a Pescia, poi da più di dieci anni aveva iniziato a lavorare come operaio nella cartiera lucchese anche perché aveva pochi contributi per la pensione e come tanti altri doveva continuare a lavorare nonostante i suoi 69 anni. Sposato con la moglie Antonella Bonino, aveva due figli Cristiano e Nagaya.