Opere per argini e fossi. Un’assemblea infuocata. Il Consorzio: "Sì ai lavori". Ma servono 130 milioni

In tanti hanno partecipato all’incontro alla Ferruccia sul rischio idraulico. Le richieste: "Sicurezza e prevenzione. Partire dalle casse d’espansione".

Opere per argini e fossi. Un’assemblea infuocata. Il Consorzio: "Sì ai lavori". Ma servono 130 milioni

In tanti hanno partecipato all’incontro alla Ferruccia sul rischio idraulico. Le richieste: "Sicurezza e prevenzione. Partire dalle casse d’espansione".

Rischio idraulico e idrogeologico, progetti e cantieri sul territorio, un tema che ha spinto tanti cittadini a partecipare all’assemblea con i rappresentanti del Consorzio di Bonifica e il sindaco Gabriele Romiti di venerdì 20 settembre a Ferruccia presso gli impianti sportivi del Mollungo. Durante l’incontro organizzato da Cittadinanza Attiva, due soprattutto sono stati gli argomenti che hanno sollecitato risposte dal direttore del Consorzio, Iacopo Manetti: quali siano i prossimi interventi sugli argini e manutenzione e ripulitura dei fossi e dei corsi d’acqua collinari.

"Su questo territorio, dove negli ultimi anni abbiamo investito milioni di euro, il lavoro è molto complesso perché buona parte del reticolo risale a centinaia di anni fa – è stata la premessa di Iacopo Manetti – realizzato in modo approssimativo quando storicamente c’era meno urbanizzazione. Tuttavia in questa zona siamo attivi – ha precisato il direttore del Consorzio – e dopo le somme urgenze per circa 2milioni di euro del post alluvione del 2 novembre, adesso una serie di nuovi progetti attendono di essere finanziati".

E di soldi ne serviranno tanti: siamo intorno ai 130 milioni. Le priorità, stando a quanto spiegato dagli ingegneri del Consorzio, saranno date al rinforzo degli argini, principalmente dello Stella, visto che il ripetersi di fenomeni estremi impone rapidità mentre le opere più imponenti richiederanno tempi lunghi. C’è poi il problema dei materiali e della manodopera, di più difficile reperimento a causa di una maggiore richiesta sul mercato per le emergenze alluvione in altre parti d’Italia. Altro tema affrontato, la ripulitura dei fossi nella piana e del territorio collinare, buona parte di competenza dei privati e per i quali il sindaco si è impegnato a far rispettare l’ordinanza che obbliga alla manutenzione. "Con le intense precipitazioni i torrenti hanno portato giù dal Montalbano tronchi d’albero insieme ai detriti che poi si sono riversati nel Fermulla contribuendo a creare l’alluvione", si è lamentato Giancarlo Noci, consigliere della Lega. Problema di cui anche l’ex segretario comunale del Pd Angelo Lucianò si è fatto portavoce per la frazione di Montemagno dove risiede e dove le abitazioni sono state investite da massi e detriti trascinati dalla furia dell’acqua.

"Non c’è più la cura del bosco che tradizionalmente veniva fatta dai privati – ha sottolineato invece Renata Fabbri dell’associazione Agorà – ma le aree boschive pur conservando il loro equilibrio naturale necessitano di una gestione che le mantenga in sicurezza". Per quanto riguarda i tronchi d’albero il Consorzio ha prospettato la soluzione di porre delle briglie di contenimento che li trattengano, mentre nelle zone boschive di competenza i tecnici provvederanno al taglio selettivo delle piante senza interferire con la normale attività della vegetazione. Su tutt’altra tematica si è poi espresso Daniele Manetti di Legambiente Quarrata: "Finché non saranno realizzate le casse d’espansione nel comune di Pistoia, e per ora non se ne vede concreto impegno, non si potrà ritenere mitigato il rischio idraulico nella Piana".

Daniela Gori