"Nella vicenda Marini ho sempre trovato, e trovo tuttora, molte incongruenze tra il detto e il fatto della Giunta Tomasi". Ad affermarlo è la consigliera Tina Nuti, capogruppo dei Civici e riformisti. "Sei mesi fa – ricorda –chiedevo con un’interpellanza, preoccupata per le condizioni delle opere sepolte in un museo chiuso da quattro anni, se l’Amministrazione aveva organizzato controlli e sopralluoghi al fine di capirne lo stato di conservazione. L’assessore alla cultura Menichelli rispose che ’in più occasioni i tecnici del Comune, la Sovrintendenza e il Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri hanno eseguito sopralluoghi volti alla verifica dello stato di conservazione delle opere all’interno del museo. Inoltre è stato incaricato un responsabile curatore della collezione che si occupa in maniera costante di verificare lo stato di conservazione delle opere’".
"Informazioni allora importanti e rassicuranti, ma opposte rispetto a quanto sostenuto dalla fondazione Marino Marini di Firenze, pronta a spostare le opere altrove già dal mese di ottobre. L’architetto Alessandro Salvo, responsabile tecnico e curatore delle opere della Fondazione, ha infatti parlato di ’un altissimo tasso di umidità, con numerose pitture a rischio per l’aggressione di terribili colonie batteriche’, nonché di ’sbalzi termici che mettono a repentaglio i gessi’. Adesso occorre chiarezza e verità – tuona Nuti –. E’ necessario quanto prima che l’Amministrazione tiri fuori le carte e dimostri a noi consiglieri e ai cittadini cosa è stato veramente verificato e controllato tramite le relazioni dei sopralluoghi di cui ha riferito l’assessore Menichelli. Perché se quelle opere vanno in malora non c’è più nulla di cui parlare – conclude –, se non delle responsabilità enormi a livello economico e artistico".
albe