Pistoia, 8 giugno 2023 - L’autopsia ha confermato la morte violenta per soffocamento di Ottavina Maestripieri, 90 anni, ex commerciante molto nota a Pistoia, trovata senza vita dal figlio la mattina del primo giugno. L’uomo, un ragioniere sessantenne, aveva le chiavi dell’abitazione e aveva violato la detenzione domiciliare per andare a casa della madre, un appartamento di via Monteverdi, a ridosso del centro cittadino. Voleva assolutamente parlare con lei che lo aveva sempre aiutato finanziariamente ed era rimasta senza niente.
Aveva dato l’allarme al 118 alle sette e mezzo chiedendo agli operatori di inviare anche le forze dell’ordine, ipotizzando che la madre fosse stata rapinata. L’esame autoptico ieri ha rivelato un vero e proprio "pestaggio" a cui la povera donna è stata sottoposta dal suo assassino prima di soccombere, probabilmente, sotto la pressione di un cuscino che le ha provocato una asfissia meccanica. Ha lottato, Ottavina, strenuamente, mentre la vita la lasciava e potrebbe avere graffiato il suo aggressore. Il figlio, Patrizio Ruscio, nei guai da tempo per vicende giudiziarie che riconducono a truffe, ha un graffio sulla guancia sinistra. Se i prelievi di materiale biologico sotto le unghie della donna, eseguiti ieri durante l’esame, corrisponderanno al dna del figlio, per lui la situazione diventerà particolarmente difficile.
L’uomo, indagato fin dalle prime ore, si trova in carcere a Prato. Ma l’arresto non è correlato alla tragedia di via Monteverdi bensì alla evasione di quella mattina, subito segnalata dalla Procura della Repubblica di Pistoia al tribunale di sorveglianza di Firenze che ha poi ordinato l’aggravamento della misura cautelare e quindi l’arresto. Ruscio è stato condotto in carcere la mattina di martedì 6 giugno dopo una seconda evasione, verificata dai carabinieri che, proprio martedì mattina, erano andati da lui per notificargli l’arresto in carcere. Ruscio, poche ore dopo il ritrovamento del corpo della donna, era stato sottoposto a un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri davanti ai magistrati titolari dell’indagine, i sostituti Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi. Era rimasto in caserma fino alle due di notte. Aveva risposto a tutte le domande ammettendo – come ha riferito il suo difensore, l’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze – di "aver fatto del male alla sua famiglia".
La madre aveva perso la proprietà dell’appartamento e dei suoi fondi commerciali. Non le era rimasto niente. Ci si interroga quindi sul movente che non appare collegato – come osserva lo stesso Stefani – a situazioni debitorie. Forse Ruscio cercava soldi in casa della madre. Secondo la Procura nella casa in via Monteverdi, della quale aveva le chiavi, sarebbe entrato verso le sei e mezzo di mattina, pensando forse di trovarla addormentata e di poter quindi rovistare indisturbato. Ma la donna si era svegliata e questo potrebbe esserle costata la vita.