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Pallavolo Milleluci vince. Ma le ore di palestra calano

Rosa:"Ci alleniamo poco e siamo costretti a fare la spola fra Quarrata e Pistoia"

In foto la Milleluci Casalguidi 2024-25 (foto di repertorio)

In foto la Milleluci Casalguidi 2024-25 (foto di repertorio)

PISTOIA

È tornata la Pallavolo Milleluci, ma le difficoltà restano.

La storica società di Casalguidi ha ripreso le posizioni d’alta classifica con la propria prima squadra, sponsorizzata Biodepur. Nel campionato di Prima Divisione Territoriale Appennino Toscano Fipav a 14 formazioni, la compagine allenata dal tandem Fabio Grassi-Sergio Rosa è infatti al terzo posto della graduatoria con 9 punti dopo 5 giornate in scia a Monsummano 14 e Filattiera 12, davanti ad altre pistoiesi di nome quali Volley Aglianese (settima a 8) e Blu Volley Quarrata (dodicesimo a 4). In sostanza, una bella ripartenza dopo gli anni durissimi a causa della chiusura per lavori della palestra di Casale. "Purtroppo, però, operiamo sempre con problematicità per la situazione dell’impianto, che in questa stagione possiamo utilizzare meno rispetto a quella passata. Il motivo è semplice – asserisce Sergio Rosa, personalità del volley regionale toscano –: ci sono state assegnate meno ore.

Mi pare di cogliere una sorta di accanimento nei nostri confronti: mentre la nostra attività cresce (minivolley, Under 11, 12, 16, 18, Seconda e Prima Divisione), le ore-palestra diminuiscono pur operando su doppi campi. Mah! Ci alleniamo poco, costretti a fare la spola fra Quarrata e Pistoia, quindi benefici zero. Non riusciamo a fare il quarto allenamento con la prima squadra e quindi ci troviamo in una condizione di handicap rispetto alle altre compagini, in special modo quelle candidate alla promozione in serie D. Comunque, proviamo a consolarci con le quattro vittorie (tre per 3-2, ndr) in cinque incontri". Un bravo, allora, a Giorgia Arienti, Asia Betti, Irene Cappellini, Matilde Diolaiuti, Chiara Gori, Anna e Costanza Innocenti, Lisa Lastrucci, Silvia Pierattini, Alice e Marta Tosi, Maria Sole Vannacci e Matilde Vuolo.

Gianluca Barni