Pistoia, 21 agosto 2023 – «Era una bambina chiacchierona e piena di energia. Quando mi vedeva urlava sempre: ‘mami, mami’. Esther, la nonna paterna di Kataleya, non riesce a trattenere le lacrime al ricordo della nipote, scomparsa da due mesi. L’abbiamo incontrata a Pistoia, dove vive insieme all’anziana che assiste.
Un lavoro, con cui mantiene la figlia di 11 anni. "L’ultima volta che ho visto Kata – racconta – era l’8 giugno, un giovedì. Quel giorno, la bambina era bizzosa: si rifiutava di mangiare la cotoletta che avevo preparato e voleva solo il riso, il suo piatto preferito".
Esther sorride e si asciuga una lacrima: "Era una gioia avere Kata intorno. Quando mio marito mi chiamò per dirmi che era sparita, qualcosa si ruppe dentro di me".
La storia di una bambina scomparsa è anche la storia di una famiglia in pezzi. "Mio figlio – ed Esther scoppia a piangere - mi ha confidato di volersi uccidere. Io gli ho detto di pensare alla sua famiglia, ma lui non riesce a smettere di torturarsi. Mi chiede: ‘Dove eravate tutti quando è sparita la mia bambina?’ e io non so come rispondere. Nei giorni scorsi è svenuto perché non mangia più: è caduto in terra davanti al fratellino di Kata, terrorizzato".
Esther si tormenta pensando alla nipote: "Credo che sia stata vittima di uno scambio di persona: volevano rapire un’altra bambina ed è stata presa per sbaglio. Sono sicura che nessuno avrebbe mai fatto del male alla mia famiglia volontariamente. Siamo delle brave persone: mio figlio ha avuto una vita difficile, ma ha scontato la sua pena in carcere. E la famiglia di Katherine, mia nuora, è rispettata. Io non ho idea di cosa succedesse all’Astor, ma sono certa che Abel (lo zio di Kata, ndr) non c’entri niente". La difesa di Esther dipende anche dai forti legami tra le famiglie di Miguel e Katherine, i genitori di Kata.
"Mio figlio – racconta – ha conosciuto Katy quando avevano 12 anni. Ero molto amica della mamma di Katherine e, spesso, i ragazzi venivano ad aiutarmi al mercato, dove avevo un banco di frutta e verdura. Li ho visti crescere insieme e innamorarsi: erano una coppia affiatata e invidiata".
Ma le cose, ben presto, iniziarono ad andare male: "Il banco non fruttava più e non riuscivo a sostenere la mia famiglia. Decisi di andare in Italia e lasciai il mio lavoro a Miguel. Tuttavia, la situazione non migliorò e, nel giro di una decina d’anni, la famiglia di mio figlio finì per strada. A quel punto anche Miguel venne in Italia e si presentò con Katherine e un fagottino di sei mesi: Kataleya". Esther, se pensa alla scomparsa della nipote, è divorata dai sensi di colpa: "se solo non avessi dato così importanza al mio lavoro, forse Kata sarebbe ancora qui. Ma sono fiduciosa nel lavoro degli inquirenti. Ci riporteranno la nostra nipotina".
Benedetta Macchini