"A testimoniare in difesa del parroco erano accorsi in tanti, i fedeli che per ben 22 anni lo hanno seguito nel suo impegno costante per la comunità della parrocchia di Spedalino ad Agliana. Su di lui pesava un’accusa grave e infamante: di aver approfittato della buona fede di una parrocchiana, un’anziana molto legata alla Chiesa, che nel tempo aveva fatto alcune piccole donazioni in favore della parrocchia e per sostenere le opere di carità del parroco (si parla di qualche centinaia di euro, piccoli risparmi, senza alcuna richiesta del parroco). Ma per la famiglia della nonnina, quelle donazioni non sarebbero state spontanee, bensì ottenute approfittando della sua condizione di fragilità psichica. Un’accusa che la famiglia aveva reso pubblica, attraverso interviste e siti internet, ancor prima di sporgere denuncia ai carabinieri. I fatti risalgono al 2019. Al centro della bufera era finito don Mennen Anthonyraju, parroco di Spedalino, che tra l’altro ricopre all’interno della diocesi un ruolo di particolare spessore, essendo anche promotore di giustizia della diocesi, ossia "pubblico ministero" nell’ambito della giustizia ecclesiale. Quelle accuse, all’insaputa dell’anziana, hanno gettato su di lui un discredito che è stato fonte di profonda sofferenza, pur ricevendo da subito il sostegno e la fiducia delle tante famiglie della parrocchia e dell’autorità della Chiesa. Il pm, Linda Gambassi, all’epoca aveva disposto indagini capillari, al termine delle quali aveva presentato una richiesta di archiviazione, immediatamente accolta dal gip Luca Gaspari. Una battaglia legale complessa, nella quale don Mennen Anthonyraju, rappresentato dall’avvocato Katia Bonari del foro di Pistoia, a sua volta aveva presentato un esposto-querela per diffamazione alla famiglia dell’anziana e ai media che avevano diffuso l’intervista.
"Fin da subito – spiega l’avvocato Bonari – la nostra intenzione è stata quella di poter riparare l’ingiusta sofferenza patita da don Mennen Anthonyraju, visto il suo comportamento sempre ineccepibile. Per questo avevamo chiesto alla famiglia dell’anziana una rettifica pubblica. Non ci interessava altro: prova ne è il fatto che la richiesta di risarcimento danni era equivalente al valore della marca da bollo dell’atto presentato. Purtroppo, questo passo non c’è mai stato. Noi abbiamo ritirato la querela solo nei confronti della stampa dopo aver raggiunto un accordo, un passaggio questo di cui hanno beneficiato anche i famigliari, chiamati come corresponsabili nel medesimo procedimento". A distanza di anni, però, don Mennen Anthonyraju avrebbe gradito un ripensamento da parte di chi, per tanto tempo, ha gettato discredito su di lui e sul suo lavoro per la comunità di Spedalino e non solo. "Mi faccio portavoce - spiega l’avvocato Bonari - della sofferenza patita dal parroco in questi anni, che dice semplicemente ’veritas vincit’".
Martina Vacca