Patrimonio museale. La digitalizzazione continua: "Opere più accessibili"

Il presidente della Fondazione Caript Zogheri plaude all’andamento dei lavori. Già catalogate migliaia di beni. E in futuro nascerà un sito web dedicato.

"La digitalizzazione rende più democratico l’accesso alle opere d’arte". A sostenerlo è il presidente della Fondazione Caript Lorenzo Zogheri che ieri mattina è intervenuto alla presentazione della giornata di studi a Palazzo dei Vescovi, sui risultati del progetto di catalogazione elettronica e digitalizzazione del patrimonio dei musei aderenti al Simup, il sistema museale pistoiese.

Insieme a Zogheri anche il presidente della Provincia di Pistoia Luca Marmo, Monica Preti; direttrice della Fondazione Pistoia Musei che ha introdotto le relazioni di Francesca Grassi, Giovanni Millemaci e Cristina Taddei; Elena Testaferrata, direttrice dei Musei civici di Pistoia che invece ha presentato gli studi di Gaia Ravalli; Claudia Massi, responsabile scientifico dei musei civici di Pistoia che ha introdotto Simona Lunatici e in conclusione Silvia Di Paolo, direttrice dei due musei di Monsummano, e Paolo Ferrara a fare le veci di Massimiliano Bini, direttore del museo della Carta di Pescia, che ha già digitalizzato 4.000 reperti sui 6.000 per adesso catalogati di tutto il progetto.

Un progetto di quattro anni questo che la Fondazione Caript finanzierà con 40mila euro sugli 80mila previsti. Secondo quanto emerso ieri, a Pistoia l’attività di catalogazione e digitalizzazione ha riguardato il patrimonio storico-artistico del Museo civico d’arte antica per 392 beni. Inoltre sarà predisposto un sito web delle collezioni. Per il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi sono state elaborate, in italiano e in inglese, circa 200 schede di catalogo dei reperti più significativi sulle 6.600 schede sintetiche dei beni conservati nell’area archeologica.

La Gipsoteca Libero Andreotti e il Museo Civico Palazzo Galeotti di Pescia hanno fotografato e digitalizzato opere grafiche per un totale complessivo di 1.800 immagini, fra le quali disegni di Libero Andreotti e del fondo novecentesco di Palazzo Galeotti. Nel Museo della Carta di Pescia, invece, il progetto ha permesso di digitalizzare, per la fruizione da parte degli studiosi, 4.000 documenti dell’Archivio Storico Magnani, su 700 metri lineari di documentazione.

"La costruzione di un’identità digitale dei patrimoni culturali – ha detto Monica Preti, coordinatrice del Simup – è uno dei capisaldi dei nostri musei, finalizzato a garantire una maggiore fruizione e una più estesa conoscenza dei beni". C’è chi si chiede però se questa corsa al fotografare le opere e renderle disponibili su catalogo non rischi di veicolare meglio la chiusura di alcuni spazi museali adesso pubblici, la cui manutenzione e i cui costi potrebbero essere così ammortizzati da un pubblico on line. "No – assicura Zogheri – la digitalizzazione si accompagna alla fruizione del museo in presenza, ma è anche uno strumento per favorire la conoscenza del museo stesso in una visione più ampia.". Resta tuttavia un’incognita il futuro del museo Marini per il quale tuttavia lo stesso Zogheri ha manifestato "disponibilità, nel caso ci venga chiesta".

Arianna Fisicaro