REDAZIONE PISTOIA

Per non dimenticare. Castel de’ Gironi. Ottant’anni dopo. Il ricordo della strage

Le forze nazifasciste uccisero tre giovani e ne torturarono altri cinque

Le forze nazifasciste uccisero tre giovani e ne torturarono altri cinque

Le forze nazifasciste uccisero tre giovani e ne torturarono altri cinque

Sono passati ottant’anni da quell’agosto del 1944, quando i nazisti insieme ai fascisti compirono stragi e devastazioni in Toscana, tra cui il brutale eccidio di Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto. In quegli stessi giorni, precisamente il 9 agosto, anche a Castel de Gironi, piccolo agglomerato di Montemagno di Quarrata, arrivarono i militari tedeschi. Uccisero tre giovani, Gino Bracali, Mario Innocenti e Giordano Cappellini. E catturarono e torturarono cinque giovani sfollati, Aldo Baldi di Pistoia, Aldo Palandri di Prato, Albano Vallecchi, Icilio Pecorini e Angelo Burchietti di Montemagno.

Il corpo di Giordano Cappellini rimase a terra per giorni su ordine dei nazisti che impedirono a chiunque di avvicinarsi. Fu poi grazie alla mamma, partita da Barba con un ’barroccio’, che fu possibile seppellirlo. Sempre la sera del 9 agosto i tedeschi circondarono con varie autoblindo l’abitato di Castel dei Gironi e distrussero tutte le quattordici case del borgo dopo aver fatto uscire tutte le donne e i bambini.

In ricordo dei giovani uccisi in quella tragica giornata a Castel dei Gironi l’Amministrazione comunale promuove ogni anni una cerimonia, che consiste nella deposizione da parte del sindaco della corona di alloro sulla lapide, accompagnata dall’esecuzione del Silenzio e da alcuni interventi istituzionali.

"Ricordare ciò che è accaduto è il punto di partenza per costruire una società più giusta – ha osservato il sindaco di Quarrata, Gabriele Romiti, durante la commemorazione di venerdì scorso –. Siamo qui per rendere merito a tutte quelle persone che hanno lottato per la nostra libertà, a costo della loro vita. E’ grazie alla Resistenza se oggi viviamo in un Paese libero e democratico. Questa straordinaria conquista non può essere rimossa né cancellata. I valori per cui lottarono e sacrificarono la loro vita Mario, Gino e Giordano sono gli stessi dei quali ci dobbiamo far portavoce oggi – ha concluso Romiti –, proseguendo la loro eredità morale, civile e politica".

Daniela Gori