
Un tuffo nel passato. E’ quanto consente la visita del museo della linea Gotica di Pianosinatico, pensato, realizzato e gestito dall’associazione ’Laltrolato del caposaldo’, che si trova nei locali della canonica della frazione del comune di Abetone Cutigliano. Un luogo non casuale, visto che Pianosinatico è stato teatro di una rappresaglia per l’uccisione di un soldato e un ufficiale tedesco: il 28 settembre 1944 furono fucilati nei pressi del cimitero undici uomini, tra cui otto ultrasessantenni. Dopo l’eccidio nella frazione non rimase nessuno: tutti sfollarono in luoghi vicini e più sicuri. Una volta rientrati, a guerra finita, l’abitato era un cumulo di macerie, distrutto dalle cariche esplosive dei genieri tedeschi nei giorni della ritirata e infine distrutto dai colpi dell’artiglieria alleata. C’era solo da rimboccarsi le maniche, utilizzando quello che si poteva trovare sul posto. Ecco perché gran parte degli oggetti che risalgono alla Seconda guerra mondiale rimasero nelle case per decenni. Ecco perché la maggior parte degli oggetti esposti nelle stanze è autoctona. "Pianosinatico – scrisse Daniele Amicarella nel libro ’Quelli della San Marco – è il luogo dove la storia recente ha lasciato il segno più profondo".
Il caposaldo di Pianosinatico si componeva di 12 postazioni, formate da una piazzola per il mortaio, dove stavano normalmente tre persone, e una postazione da mitragliatrice, dove si trovavano altre due persone. Ogni postazione era costruita scavando a pala e piccone e circondata da sacchi di terra, pietre, legname, filo spinato e muretti. Erano collegate da telefoni da campo, continuamente danneggiati dai bombardamenti e continuamente riparati dai cosiddetti ’guardafili’. Il museo della linea Gotica si compone di alcune stanze: all’interno della struttura è stato ricostruito anche un bunker di ricovero, collegati con camminamenti interrati alla piazzola per mitragliatrice o a quella per mortaio. A tentare l’assalto al caposaldo di Pianosinatico furono gli americani della 5ª Armata, in particolare la 10ª Divisione da montagna, appositamente addestrati per la guerra in montagna a Camp Hale in Colorado, vicino ad Aspen. Località che poi, dopo oltre mezzo secolo, si sarebbe gemellata proprio con il comune di Abetone Cutigliano. Oltre ai vari reperti, nella stanza ’americana’ è stata ricostruita anche un’officina come quella che presumibilmente era stata installata ai Casotti e che serviva a mantenere l’imponente attrezzatura a seguito della 10ª Divisione, tra le quali le mitiche jeep Willys.
Lo spazio dedicato ai partigiani trova spazio nel sottoscala, sia per il fatto che erano sempre nascosti, sia perché è stato difficile recuperarne l’equipaggiamento. Molto interessante e piena di reperti la stanza italiana, dei cosiddetti ’sammarchini’, facenti parte del 3° battaglione 5° reggimento San Marco della Repubblica Sociale Italiana, che si ritirarono dall’imprendibile caposaldo di Pianosinatico solo il 18 aprile del ’44. Degni di menzione la cucina da campo e il basto da mulo, oltre a un esemplare del fucile mitragliatore Breda modello 30. Tantissimi anche gli oggetti più disparati che, nati per uso bellico, a guerra finita furono riciclati per uso civile nei modi più fantasiosi. Non mancano moltissimi oggetti in metallo, rilevati dai metal detector prima degli sminatori e poi degli appassionati del settore.
Non solo museo: ci sono anche due percorsi (uno da 1,5 e l’altro da 8 chilometri) percorribili sia a piedi che in e-bike lungo i quali si possono vedere i resti di bunker e postazioni. Info: 334.3180898 o 331.2156555, mentre le e-bike possono essere noleggiate alla Doganaccia (338.3294647). Senza dimenticare il monumento alle vittime dell’eccidio di Pianosinatico, ripulito nella primavera del 2018.
Orario apertura: giugno sab-dom-festivi 10-12 e 16-18; luglio-agosto tutti i giorni 10-12, 16-18; 1-15 settembre lun-ven 10-12, sab-dom 10-12 e 16-18. Info: 348.7553865. Offerta minima consigliata ingresso museo: 3 euro.