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"Pippo" Civati, un baluardo controcorrente

Figura di riferimento per il mondo progressista, il fondatore di Possibile ha presentato la sua ultima opera: "Opposizione, istruzioni per l’uso"

"Pippo" Civati, un baluardo controcorrente

PISTOIA

Arriva trafelato dalla vicina Firenze, dove le ultime ore gli sono servite per mettere in vetrina alla fiera dell’editoria "Testo" quel che è uscito dalla sua penna e dalla sua (e di Stefano Catone e Francesco Foti) volontà di condivisione e divulgazione: libri. Perché dopo la politica che si fa nelle piazze e a volte anche più comodamente dalle poltrone, Giuseppe (Pippo) Civati ha scelto un’altra strada ormai già dal 2018, quando ha cofondato la casa editrice People. Che poi quella strada abbia poco o niente a che fare con la politica non è che un’impressione. E a scorrere il catalogo di quella macchina sforna-titoli lo si capisce subito. Comprese le prime pagine della rivista Ossigeno, con l’ultima uscita dove campeggia l’inequivocabile provocazione: "Dov’è la sinistra". Senza punto interrogativo. A vent’anni nelle fila dell’Ulivo, poi parte attiva nella fondazione del Pd e la fuoriuscita dai dem nel 2015, per arrivare a fondare Possibile, di cui è stato segretario fino al 2018, Civati ha fatto tappa giovedì sera a Pistoia, alla libreria Lo Spazio, per presentare il suo ultimo pamphlet, "Opposizione", scritto "per raccoglierci e raccogliere le idee, ritrovarci e riconoscerci".

Non è che l’idea di questo libro è scaturita dall’ultima sua esperienza come capolista al plurinominale di Bologna?

"In realtà nasce dal lavoro che faccio tutti i giorni. Compresa l’opposizione culturale e politica con People. Quella è stata una candidatura molto di servizio, non legata a un interesse personale quanto una scelta derivata dalla preoccupazione, in questi giorni confermata, di avere un governo di persone inadatte, con brutte nostalgie. Che per altro cominciano a vedersi sempre di più, come il caso Firenze e la posizione di Valditara. Inqualificabile. Un atteggiamento molto preoccupante".

Oltre cento giorni di Governo Meloni: voto?

"Meloni non sa bene cosa fare. Un passato a sbraitare contro l’Europa e oggi gli unici soldi che arrivano sono quelli. Le tocca fare l’ipereuropeista e questo fa anche un po’ ridere. Devo dire di essere un po’ un fanatico, ho seguito Meloni persino in Spagna. So tutto di lei, comprese le cose terrificanti dette contro l’Europa e la globalizzazione, contro qualsiasi cosa ci venga in mente. Adesso le tocca fare i conti. Ha tenuto una posizione nettissima sulla guerra senza nessun riferimento a una via diplomatica. Posizione che incomprensibilmente piace per altro anche al Pd. Il resto è sotto gli occhi di tutti".

Dov’è la sinistra? C’è chi dice laggiù, in fondo a destra…

"Sì, e da parecchio. C’è da ricostruire seriamente una sfida collettiva. Siamo tutti convinti che ce la caviamo da soli, che è importante piacerci, essere noi stessi. È tutto molto narcisistico, individualistico, capitalistico. Dobbiamo tornare proprio in posti come la Toscana, dove il principio di collettività si capisce meglio. Tornare ad avere una cultura politica. Perché bisogna politicizzare le cose. Non è vero che la politica non serve a niente. Ripartiamo dai ragazzi di vent’anni: ecco, in questo senso mi vedo un po’ come un allenatore".

Primarie del Pd: un pronostico e un auspicio.

"Dico solo tantissimi auguri a tutti. La cosa un po’ triste è che chi doveva cambiare tutto si è alleato coi vecchietti più vecchi di me e chi appartiene alla mia generazione non è poi così tanto di sinistra. Non ho trovato un dibattito appassionante".

A Pistoia si è scritto la storia già alle amministrative del 2017. Poi a cascata in molte altre città vicine. Toscana rossa? Forse non più…

"Credo che le ragioni di quel rosso vadano riscoperte. Come si fa col vitigno: va tutelato".

Da ‘laico’, fa politica a modo suo con People...

"Io lavoro. Un politico che lavora, è incredibile no? Sì, credo che così si faccia opposizione. Tra l’altro abbiamo un sacco di titoli antifascisti. Che a Firenze in questi giorni hanno più senso che mai".

linda meoni