REDAZIONE PISTOIA

Sottraevano marche da bollo, lo Stato chiede i danni

Quasi 30mila euro da restituire all'erario per due dipendenti dell'ufficio del Genio Civile

Corte dei Conti

Pistoia, 28 maggio 2019 - Dovranno risarcire lo Stato due dei tre dipendenti dell’ufficio del Genio civile di Pistoia accusati di sottra rre dalle pratiche in materia sismica le marche da bollo, reato per cui erano già stati condannati in sede penale nel 2015. Si tratta di Rino Nardone ed Ennio Giudice, quest’ultimo aveva scelto il patteggiamento davanti al g ip. Per un terzo, Claudio Biagioni, subentrato a Giudice dopo il pensionamento, si è in attesa della pronuncia della Cassazione.

In pratica, a seguito di un esposto anonimo e verifiche interne, l’allora dirigente dell’ufficio tecnico del Genio Civile della Regione Toscana aveva denunciato , nel 2013 , la mancanza di marche da bollo su parte delle pratiche in materia sismica trattate dalla sede di Pistoia relativamente al periodo 2007 -2013. Da quella denuncia è scattata l’azione penale, conclusa con la condanna dei tre dipendenti per peculato. Successive nuove verifiche disposte dal dirigente subentrato nell’ufficio tecnico , avevano accertato una serie ben più ampia di analoghi comportamenti nel periodo 2007 - marzo 2010. Da qui si è mossa la Procura contabile che ha trovato nella condotta dei due impiegati due profili di danno erariale, derivante dalla sottrazione di marche da bollo applicate dagli utenti per le pratiche di competenza del Genio Civile ( presumibilmente poi vendute a soggetti interessati).

«Il primo danno all’erario è costituito dal danno patrimoniale diretto, consistente nella sottrazione di marche da bollo applicate dagli utenti per le pratiche di competenza dell’Ufficio del Genio Civile a favore del Ministero delle Finanze e quantificato in 161.513,74 euro – scrive nella sentenza la Procura contabile – . Il secondo danno deriva dalla determinazione di un disservizio, almeno in termini di spesa sostenuta per ripristinare l’efficienza perduta quantificato in 25 mila euro per un totale di danno pari a 186 mila euro».

Intanto , in sede di dibattito , sia Giudice che Nardone, a fronte di un risarcimento già versato in sede penale, hanno chiesto entrambi una riduzione della somma da restituire. La Corte dei Conti nel merito ha calcolato 407 bolli mancanti nel campione scelto che, moltiplicati per l’imposta di bollo pari ad 14,62 euro determina un importo pari a 5.950,34 euro. Viene anche considerato il danno da disservizio per la Regione Toscana. Visti poi i limiti temporali per la prescrizione del reato , la Corte dei conti in via definitiva ha condannato i due dipendenti pubblici a versare un totale di 26mila euro: ventimila Nardone e 6mila Giudice.

M.M.