Polveri sottili, i dati del territorio. Fattori inquinanti da contenere. Nel 203O scenderano i parametri

Pubblicato il rapporto che prende in esame i valori di 372 centri urbani

Polveri sottili, i dati del territorio. Fattori inquinanti da contenere. Nel 203O scenderano i parametri

Nella foto d’archivio, due ragazzi impegnati con lo strumento per la rilevazione delle polveri sottili

PISTOIA

La situazione non è delle peggiori ma per mettersi in regola con i parametri che saranno richiesti, a livello europeo, dal 1° gennaio 2030 per quel che concerne la qualità dell’aria la nostra provincia deve attrezzarsi in tempi rapidi per fare un bel salto di qualità. In questi giorni l’Aea, Agenzia Europea dell’ambiente, ha pubblicato il rapporto annuale (ci si riferisce, per dati attendibili, alla fine del 2022) su scala continentale che prende in esame i valori registrati in 372 centri urbani con popolazione superiore a 50mila abitanti e la situazione per il nostro territorio, relativamente alle rilevazioni che vengono fatte dalle centraline di Capannori (che coinvolge anche la Valdinievole), Pistoia-Signorelli e Montale, non sono del tutto lusinghiere.

I valori che vengono analizzati sono quelli delle Pm10 e delle Pm2.5 e, partendo proprio da quest’ultimo, si nota come la media annua per la centralina di Montale sia di 17 µg/m³, leggermente più alta rispetto a quello che succede a Firenze e Prato (rispettivamente 14 e 16) ma alle spalle di Capannori che si attesta a 20 µg/m³. Tradotto in parole povere, cosa significa? Le Pm2.5 sono le polveri sottili, particelle microscopiche che respiriamo e che possono essere particolarmente nocive: secondo la legislazione attuale, il limite imposto per non avere un’aria considerata ad alto rischio per la popolazione è di 25 µg/m³ (quindi la provincia è nella norma) ma questo numero dovrà scendere a 10 µg/m³ dal 1° gennaio 2030.

Ci sono cinque anni, quindi, per approntare campagne, strumenti e contromisure per ridurre le polveri sottili nell’aria, sapendo che si gravita nell’area metropolitana che è la più trafficata e densamente popolata della Toscana e, dall’altro lato, il riferimento vicino alla Lucchesia con l’inquinamento derivato dall’industria cartaria e non solo. Anche perché in altre zone della regione la situazione è ben diversa: Livorno, per esempio, è assieme a Sassari la città con la miglior qualità dell’aria in Italia (c’è il mare vicino che influisce positivamente) ma anche Firenze (11,9 µg/m³) e Pisa (12,6) non si comportano troppo male.

Discorso leggermente più complesso, invece, per le Pm10 ovvero le polveri fini: la normativa impone un limite 40 µg/m³ come media annua al momento che, però, dal 2030 sarà ridotta alla metà, quindi a 20. Un bel salto indietro se si considera che, ad oggi, l’unica che sta nei parametri attuali è la media registrata dalla centralina di Pistoia-Signorelli con 35 µg/m³ mentre Montale (45) e Capannori (54), sempre a servizio della Valdinievole, si spingono molto più un su. Per fare un raffronto su territori decisamente meno popolati e industriali, a fine 2022 la centralina di Castelluccio (Alto Reno Terme) registrava già il valore di 20 µg/m³, giusto in tempo per rimanere dentro anche i parametri futuri. Toccherà alla politica ed all’industria trovare le giuste strade per contenere sempre di più i fattori inquinanti di quella parte di Toscana che rappresenta la locomotiva produttiva della regione.

S.M.