Il primo atto ufficiale della Provincia di Pistoia, nel 2025, è stato l’ordinanza con cui sono stati prorogati al 10 aprile gli effetti dell’ordinanza 44 dello scorso anno, quella in cui veniva istituito il divieto di transito sul ponte di Ponte all’Abate, istituendo le modifiche alle viabilità della zona, per permettere l’esecuzione dei lavori. A richiedere la proroga, la ditta affidataria dell’intervento, Intersonda, con il supporto della Direzione dei Lavori. La comunicazione è arrivata proprio mentre l’intero gruppo di opposizione nel consiglio comunale di Pescia scriveva al sindaco Riccardo Franchi e al presidente della Provincia Luca Marmo chiedendo un’assemblea pubblica per avere chiarimenti sulla situazione del ponte.
Nello stesso atto, i tecnici provinciali ordinano alla ditta esecutrice di rimuovere il cantiere al termine di ogni giornata lavorativa, per permettere, almeno nelle ore non lavorative e nei giorni festivi, il transito regolare. Un nuovo rinvio che ha provocato l’ira di Confcommercio. "L’Associazione e le aziende rappresentate sono assolutamente sconcertate dalla gestione dei lavori a Ponte all’Abate- afferma una nota dell’associazione di categoria - La prospettiva che si protraggano fino ad aprile determina una ferita enorme per l’economia locale. Siamo di fronte ad una mancanza di responsabilità rispetto alle aziende, sia le dodici che insistono in prossimità del ponte, sia le molte che usufruiscono del collegamento. Il danno causato a tutto l’indotto da inefficienze e mancanza di programmazione è terribile. L’Associazione ha rappresentato gli interessi delle imprese e le ha assistite sempre lungo questo percorso, nella consapevolezza che la chiusura determinasse una situazione grave. Nessuno però poteva immaginare che si arrivasse fino a questo punto. Se già chiedevamo prima, a più riprese, tempi certi per la fine dei lavori e ristori adeguati alle attività, adesso lo facciamo con ancora maggiore urgenza. A questo punto- conclude -viene da chiedersi se chi decide abbia la consapevolezza che, così facendo, si determinano licenziamenti, cessazioni d’azienda e, in definitiva, un impoverimento generale di tutto il tessuto economico".
Emanuele Cutsodontis