Potenziali cyber-bulli. L’analisi degli esperti

Sono stati presentati i risultati del progetto "Social-Mente Responsabili" . Prevenire il bullismo nelle scuole: il 9% dei giovani offende con i propri profili.

Potenziali cyber-bulli. L’analisi degli esperti

Francesco Brizzi e Francesco Pagnini, sono gli psicologi della cooperativa Sed

I risultati del progetto "Social-Mente Responsabiili" sono stati presentati nel corso di un incontro pubblico che ha interessato ragazzi, preadolescenti e adolescenti, genitori e insegnanti delle scuole secondarie di primo grado del Comune di Quarrata. Il progetto, promosso dal Comune di Quarrata, si inserisce nell’ambito di Giovanisì della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Coinvolte le classi della secondaria di primo grado dei due istituti comprensivi Nannini e Bonaccorso del Comune di Quarrata, che a marzo scorso hanno collaborato ai rilevamenti e ai laboratori realizzati dagli psicologi della cooperativa sociale Sed (Servizi per l’educazione digitale), impegnata da anni nelle scuole in questo tipo di percorsi. L’obiettivo è sempre quello di educare a un uso responsabile e consapevole dei mezzi di comunicazione multimediali, e prevenire e contrastare il bullismo e cyberbullismo nelle scuole.

L’uso dei socialnetwork come metodo privilegiato di comunicazione e relazione è infatti molto diffuso, e occorre sensibilizzare e informare gli adolescenti sui rischi e sulle conseguenze di certi comportamenti, mantenendo alta la guardia anche attraverso il monitoraggio, se si considera che oltre la metà dei ragazzi ha dichiarato di aver fatto conoscenza di nuove persone tramite sistemi di chatroom. Il 40% ha fatto accesso a contenuti esplicitamente vietati a minori di 18 anni, postandoli anche sul gruppo ufficiale di classe, il 30% ha visto almeno una volta foto o video a carattere estremamente violento.

Scarso l’utilizzo degli strumenti di segnalazione di commenti, profili o situazioni in genere ritenute inadeguate, ma anche raramente i teenager lasciano commenti offensivi sui profili social preferendo inviarli direttamente con la messaggistica istantanea. Tuttavia risulta l’8.97% (33 ragazzi) che offende usando tutti e tre gli ambienti digitali, denotando un profilo di potenziale cyber-bullo in determinate condizioni che possano favorire il fenomeno. Lo strumento di rilevazione utilizzato dagli esperti della cooperativa, Francesco Pacini e Francesco Brizzi, sono stati questionari anonimi somministrati in modo guidato al campione preso in esame di 368 studenti tra i 12 e i 14 anni.

L’ 85% di ragazzi e ragazze usano lo smartphone per connettersi, il 40% entra in possesso a 11 anni, ma c’è anche un 15,55% che ne ha uno personale dall’età di 8 anni o anche meno. Youtube e Tik tok i social più utilizzati, seguiti da Instagram, ed è su questi ultimi due che è più alta la percentuale di ragazzi con un considerevole rischio nella gestione del proprio profilo: (14,21% Tik tok 9.38% Instagram).

Principe incontrastato per la messaggistica istantanea è Whatsapp (97%), seguito dal meno rassicurante Telegram (22%) e da Discord per messaggiarsi tra video giocatori (20%). Ben 84 i ragazzi che ammettono di passare intorno alle 4 ore al giorno sui videogames, il più apprezzato dei quali risulta ancora Brawlstars (68.90% degli studenti).

Daniela Gori