Premio Campiello. Menzione speciale a Michele Cocchi. L’emozione dei genitori

Mario e Mara hanno ritirato a Venezia la targa intitolata al figlio psicoterapeuta e scrittore, per "Ferrabosco", pubblicato postumo.

Premio Campiello. Menzione speciale a Michele Cocchi. L’emozione dei genitori

Michele Cocchi, scomparso nel 2022 a 43 anni, con il suo «Us»

PISTOIA

La notizia era nota da giugno, ma sentir pronunciare un nome – Michele Cocchi – e poter ritirare una targa con su inciso proprio quel nome in un contesto letterario dei più ambiti, il Campiello, ha contribuito a restituire un soffio di vita a quell’assenza che non può non esser pesante. Lo sa bene la famiglia di Michele Cocchi, lo psicoterapeuta e scrittore morto alla fine del 2022, a 43 anni, che con il babbo Mario e la mamma Mara sabato scorso ha raggiunto Venezia rispondendo a una chiamata importante. Di più: prestigiosa. Che se la vita non fosse stata tanto ingiusta sarebbe stata rivolta forse, anche se in altri termini, direttamente a Michele. "A “Ferrabosco“ (il libro pubblicato postumo di Cocchi) va la menzione speciale del Premio Campiello Natura, vi aspettiamo a Venezia per ritirare la targa".

Per Mario e Mara la risposta più ovvia è stata esserci. Per loro che dal giorno zero di quell’assenza è stato naturale e necessario continuare ad adoprarsi affinché continuasse ad essere pronunciato, quel nome. "Quando l’Agenzia letteraria Pastrengo ci comunicò la notizia della menzione, a giugno, pensavamo che sarebbe stato solo qualcosa di astratto. Poi più tardi l’ufficialità da Fandango, l’editore di Ferrabosco, e la convocazione a Venezia – dice babbo Mario –. Inutile dire che si è trattato di un momento molto bello. Siamo stati chiamati sul palco io e Mara e questo ci ha molto inorgogliti. Per non parlare del tributo di solidarietà e affetto che abbiamo ricevuto dalla gente". L’eredità di Michele del resto ha il suo peso e lo raccontano i riscontri a "Ferrabosco" stesso, ma anche al suo lavoro precedente, "Us", che la regista Valentina Paiano ha fatto suo, portandolo a teatro con il debutto a Monza qualche mese fa, a marzo. "Anche in quella occasione eravamo presenti, il lavoro è davvero ben fatto – continua Mario –. Tanto che, tornati a casa, ci siamo attivati affinché quello stesso spettacolo potesse arrivare a Pistoia. E questo accadrà: siamo riusciti ad arrivare alla direzione dei Teatri di Pistoia che ha accolto la proposta. Nel 2025 “Us“ versione teatrale approderà a Pistoia. Siamo convintissimi che lo spettacolo andrà esaurito. Michele cammina sulle sue gambe, è un’emozione. Forse il mio pensiero è viziato dall’esserne il padre, ma io credo che fosse destinato a un grande successo".

Di impegno la famiglia di Michele ne ha profuso tantissimo fino a oggi e questo ha portato a risultati che incontrano perfettamente il pensiero e la missione di Michele. E che non si esauriranno qui, al punto che anche Pistoia ricorderà Michele nei luoghi e in particolare in un giardino in Valdibrana che porterà proprio il suo nome.

"Ce ne siamo fatti un punto d’impegno e d’onore, di spingere e perorare al massimo la causa di Michele e di lavorare perché la sua memoria e il suo ricordo restino vivi. La sofferenza per la perdita è inconsolabile, ma vederlo ricordato e ricordarlo ci dà conforto. Noi ci diamo da fare come possiamo, abbiamo donato dei libri a una biblioteca scolastica, cerchiamo di promuovere letture nelle scuole, aiutati anche dal preziosissimo supporto di Milva Cappellini che, a esempio, ha portato la lettura di “Us“ in una settimana di studio a Spianessa. E poi l’ultimo progetto che vedrà la luce, portato avanti dalla pro loco di Valdibrana e appoggiato dal Comune: l’intitolazione di un giardino pubblico alla memoria di Michele".

linda meoni