
Lorenzo Zogheri, presidente Fondazione Caript
La sfida era di quelle inedite. Prima l’incubo Covid, poi l’inflazione record, i mercati in ginocchio. C’era il vento contro. Eppure, vuoi la solidità di un ente bancario tra i top d’Italia, Fondazione Caript, vuoi la caratura del suo presidente, il notaio Lorenzo Zogheri, i numeri hanno quadrato come e meglio di sempre, con 57 milioni di euro in progetti finanziati nel triennio 2020-2023. Tradotto: l’ente Caript ha dimostrato nei numeri una redditività e attività erogativa seconda a poche altre realtà gemelle italiane, ampiamente sopra la media di sistema, con un patrimonio netto a valori di mercato cresciuto dagli iniziali 498 milioni di euro (dato 2020) a 528 milioni di euro (2023). Non poteva non essere tempo di bilanci per il presidente in scadenza: a luglio Zogheri lascerà quest’avventura in Fondazione, iniziata vent’anni fa in veste di socio, poi consigliere, infine presidente. E ora, così come prevede lo Statuto, per ragioni di durata ogni possibile altro ruolo è esaurito.
Maggio 2020, inizio della sua presidenza: perché candidarsi in un momento così difficile?
"Sentivo l’esigenza di portare avanti un’esperienza iniziata con la mia nomina a consigliere proposta da Luca Iozzelli. Fu in linea di continuità con gli obiettivi da lui proposti e da me condivisi che nacque la mia candidatura".
Alla vigilia del suo insediamento rilevò con apposita indagine il sentimento condiviso dei pistoiesi: smarrimento, incertezza, paura. Quattro anni dopo che comunità vede?
"Il mio programma s’intitolava ‘Valorizzare la comunità’ proprio perché ritenevo prioritario superare quella condizione di ansia. E questo lo si poteva fare solo trovando internamente una forza di reazione. In questi anni abbiamo cercato di portare avanti azioni di rafforzamento della coesione sociale, investendo sugli enti del terzo settore, sulle funzioni di aggregazione e di ascolto. E poi abbiamo lavorato affinché la Fondazione divenisse agente del cambiamento, per sostenere e stimolare tutti quei processi utili a migliorare il territorio. Penso all’idea di portare l’università a Pistoia, non perché la città diventi sede secondaria, ma perché sia essa stessa motore di sviluppo. Nuovi corsi possono nascere e avere successo grazie al legame con le specificità del territorio. E questo UniFi lo ha capito".
Tra i progetti ‘seminati’ c’è l’università, ma anche il Masterplan della Valdinievole: che futuro vede per entrambi?
"Ci sono confronti in corso, sopralluoghi da parte dei direttori di dipartimento per l’università, e interlocuzioni con Regione, Comuni coinvolti e studio Boeri per la Valdinievole".
La voce ‘cultura’ rappresenta uno di quelli a più alto impegno da parte della Fondazione. Perché puntare su quest’ambito?
"Perché significa investire sulla crescita dei singoli e della collettività, rafforzando legami di comunità, valorizzando l’identità, dimostrando come il nostro territorio possa farsi portatore di idee e valori culturali distintivi di alto pregio nazionale e internazionale. Esempio perfetto è la mostra sulla Pop Art attualmente in corso".
Capitolo enti strumentali: Pistoia Musei, Gea, Uniser. "Dall’esterno non si è percepito, ma c’è stato un grosso lavoro di riorganizzazione interna sia in Fondazione sia per gli enti strumentali. Pistoia Musei è diventata Fondazione, Uniser ente del terzo settore. Gea non ha subito trasformazioni, in ragione delle potenzialità di sviluppo associate al grande parco. Le missioni affidate a Uniser e Gea sono ben definite e si sposano perfettamente col progetto dell’università".
Fortissima è stata la fiducia dimostrata nei giovani.
"Il cambiamento passa da loro. E il feedback ottenuto, non ultimo con ‘Sì, geniale!’, ci ha dimostrato che in presenza di stimoli i giovani rispondono ottimamente. Per preparare la comunità del domani occorre lavorare oggi".
Tra le sue ambizioni c’era anche la Fondazione delle comunità, nata lo scorso anno.
"È un progetto innovativo, non rintracciabile altrove. Si tratta di uno strumento nato allo scopo di far collaborare tutti gli attori del territorio, superando la logica di competizione in favore della collaborazione. Le prime iniziative partiranno a breve". Siamo ai titoli di coda: più malinconico o più sollevato?
"Sollevato. Ho sentito forte questa responsabilità. Sono stati anni davvero complessi per gli scenari economici e internazionali. Essere riusciti a tenere un alto livello erogativo e a incrementare il patrimonio è stato certamente un buon risultato. Raggiunto non senza ansie".