Scarcerato De Simone, l’ex patron ai domiciliari. Inizia il processo a Roma

Arrestato ad aprile nell’ambito dell’inchiesta su frodi fiscali con i fondi del Pnrr. L’avvocato Perillo non farà richiesta di abbreviato

L'arresto di De Simone

L’avvocato Gerardo Perillo

Pistoia, 10 novembre 2024 – È stato scarcerato nei giorni scorsi l’ex garante del trust Maurizio De Simone, arrestato lo scorso 4 aprile dalla Guardia di Finanza su esecuzione del provvedimento del gip di Roma, nell’ambito di una maxi indagine dei Finanzieri di Venezia su una frode fiscale ai danni dell’Ue, legata ai fondi del Pnrr. De Simone, che si trovava nel carcere di Prato, ha ottenuto la misura degli arresti domiciliari, che era stata richiesta da tempo dal suo avvocato Gerardo Perillo di Avellino. Non è nota invece la sua attuale residenza, anche se non sembra si trovi nella sua città natale di Avellino. E martedì mattina De Simone comparirà davanti al gip di Roma per l’indagine della Procura Europea che lo vede accusato di frode fiscale ai danni dell’Unione Europea legata ai fondi del Pnrr.

De Simone dovrà rispondere anche di associazione a delinquere e truffa aggravata. Il suo legale, l’avvocato Perillo di Avellino, fa sapere che l’intenzione è quella di affrontare il rito ordinario, quindi di non presentare richiesta di rito abbreviato, e sarebbe già pronta la lista testi che servirà nell’istruttoria dibattimentale a provare l’estraneità di De Simone ai fatti contestati. La maxi indagine, lo ricordiamo, aveva portato all’esecuzione di 24 misure cautelari in tutta Italia e ad un sequestro preventivo per oltre 600 milioni di euro. Tra gli arrestati anche Stefan Lehmann, l’imprenditore tedesco che rilevò la società arancione nel gennaio 2022 per poi cederla allo stesso De Simone un anno e mezzo dopo. Oltre a loro erano scattati altri 6 arresti, mentre altri erano finiti ai domiciliari. Le attività di frode attribuite al sodalizio criminale, col coinvolgimento di svariati prestanome e professionisti, avrebbero riguardato progetti per decine di milioni di euro legati al Pnrr. Le indagini avrebbero permesso di far emergere come la stessa organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (Ace), per circa 600 milioni di euro.