Il caso della prof: regolarmente assunta rischia il licenziamento. Mozione in Regione

Il concorso suppletivo post Covid è stato invalidato dal Consiglio di Stato. Valditara ha ’congelato’ la situazione fino alla fine dell’anno scolastico. I consiglieri regionali dem Niccolai e Giachi in prima linea sulla questione

Un insegnante durante una lezione in classe

Un insegnante durante una lezione in classe

Pistoia, 4 marzo 2024 – Una vittoria quella ottenuta nell’immediato tutt’altro che definitiva. Non sarà infatti il momentaneo "salvataggio" deciso dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a scacciare il rischio licenziamento per quei docenti prima assunti in seguito al concorso suppletivo post Covid poi invalidato dal Consiglio di Stato. Ecco perché, sostengono i consiglieri regionali Marco Niccolai e Cristina Giachi (Pd), è opportuno non spegnere i riflettori attorno alla vicenda e dare un segnale politico. È arrivata nelle ultime ore infatti la notizia di una mozione che sarà presentata alla giunta toscana affinché questa si attivi "nei confronti del Governo e del Parlamento per individuare nell’immediato una soluzione per la vicenda e, in prospettiva, per porre in essere interventi normativi strutturali capaci di porre rimedio a situazioni particolari di assenza giustificata dai concorsi pubblici".

La vicenda, ricordiamo, riguarda anche docenti toscani, di cui due pistoiesi che nelle ultime settimane hanno fatto sentire la loro voce attraverso un comitato invitando il ministro a porre rimedio con un intervento che sia incisivo. "Su questa vicenda – spiega Niccolai – avevo già presentato un’interrogazione qualche settimana fa. Ora, insieme alla collega Giachi, abbiamo ritenuto di proporre una mozione, con l’obiettivo di rendere più forte l’appoggio agli insegnanti attraverso un voto del Consiglio regionale. Secondo il Consiglio di Stato non sussiste in capo alla Pubblica Amministrazione alcun obbligo giuridico di prevedere prove scritte suppletive in ragione della impossibilità soggettiva di partecipare. È chiaro che siamo di fronte a un’inadeguatezza della normativa nazionale, che non tiene conto di periodi di emergenza pandemici o altri eventi che, in teoria, possono impedire ai candidati ai concorsi pubblici di partecipare. Credo che adesso occorra andare oltre le semplici dichiarazioni rese dallo stesso Ministero e agire".

«È del tutto evidente – aggiunge Giachi – che, al di là delle parole del ministero, occorra offrire un quadro di certezza legislativa, per il caso specifico e per il futuro. Pesa l’assenza di una normativa chiara che disponga in merito alla possibilità di prevedere prove suppletive per determinati casi e, pertanto, è da ritenersi necessario un celere intervento a livello nazionale in grado di porre rimedio strutturale a una situazione che potrebbe creare danno agli alunni e alle famiglie, oltre che ai docenti stessi. Per questi motivi auspico che una sollecitazione da parte della Regione Toscana, mediante un voto in Consiglio, possa determinare una soluzione normativa definitiva".

l.m.