REDAZIONE PISTOIA

Professore di scienze motorie per passione Se l’insegnamento diventa una vera missione

La storia di Andrea Capecchi "Ho sperimentato varie carriere ma ho scelto la scuola..."

La scuola e il mondo dell’insegnamento non solo come professione ma come stile di vita. Lo sa bene Andrea Capecchi, 59enne pistoiese, oggi professore di scienze motorie al Liceo Salutati di Montecatini Terme, così come lo era stata sua madre anni prima. Una questione di famiglia, insomma, anche se Andrea ha avuto modo di conoscere altre carriere oltre a quella scolastica, prima di tornare al, come da lui stesso definito, "primo amore". Andrea, com’è iniziata la sua carriera? "Mi sono diplomato all’I.S.E.F. di Firenze nel 1984 e da lì è cominciata la mia carriera di insegnante di educazione fisica. Il desiderio di insegnare questa materia partiva da una grande passione per lo sport e dopo aver visto per anni mia madre insegnare la stessa materia. Mio padre, poi, lavorava nello staff di quella che era la grandiosa Olimpia Pistoia, in serie A. Lo sport, insomma, l’ho nel sangue". A scuola, però, il percorso non è stato sempre facile... "Oggi come allora il precariato era un problema per alcuni insegnanti. Io non ho fatto eccezione. Per alcuni periodi della mia vita, dunque, ho scelto di non insegnare ma di dedicarmi ad altre carriere, durante le quali ho imparato cose molto utili che forse non avrei imparato a scuola. All’apparenza erano difficoltà, ma mi hanno arricchito". In cosa aveva trovato impiego? "Ho fatto il portiere d’albergo, anche di notte, in una struttura di Pescia. Lì ho imparato a stare al pubblico e a gestire i mille imprevisti che un lavoro come quello presenta quotidianamente. L’altra carriera ha preso il via, anni dopo, in un’azienda. Ho iniziato da semplice impiegato fino ad arrivare al settore commerciale. Avevo importanti responsabilità e bei benefit... Economicamente non mi mancava nulla, ma poi è arrivato il mio turno nella graduatoria insegnanti. Potevo diventare ‘di ruolo’. E non ho avuto dubbi". Vale a dire? "Ho lasciato il lavoro di commerciale e sono tornato a insegnare, stavolta stabilmente. La scuola è estremamente importante per me, la vivo con gioia seguendo quanto più possibile le attività che propone agli studenti. Mi appassiona e sono felice di stare quotidianamente a contatto con i ragazzi, vederli crescere e migliorare". Che consigli si sente di dare ai più giovani? "Di farlo so se hanno la passione dentro per questo lavoro. Approcciarsi all’insegnamento con lo spirito di un impiegato farebbe male a loro e farebbe male agli studenti". La scuola è spesso legata al precariato. È una carriera difficile? "Il mio ne è un esempio: sono diventato di ruolo nel 2012, dopo essermi diplomato nel 1984. Ci vuole costanza e pazienza ma è in atto un grande cambio generazionale e ci sono molte cattedre vacanti sul territorio, specialmente matematica e fisica: può essere un momento davvero buono per iniziare il percorso da insegnanti, più rispetto a qualche anno fa".

Francesco Storai