DANIELA GORI
Cronaca

Provocò la morte dell’amico in moto. Ventenne patteggia due anni

Il tragico incidente costò la vita a Fabrizio Mannino, in arte Xedra, 21 anni, influencer del mondo delle due ruote

Un’immagine della vittima, Fabrizio Francesco Mannino, conosciuto come Xedra Era un noto influencer nell’ambiente motociclistico e viveva a Termini Imerese, in provincia di Palermo

Un’immagine della vittima, Fabrizio Francesco Mannino, conosciuto come Xedra Era un noto influencer nell’ambiente motociclistico e viveva a Termini Imerese, in provincia di Palermo

Ha patteggiato la pena di due anni di reclusione, con la sospensione condizionale, il ventenne accusato di omicidio stradale nell’incidente che costò la vita all’amico influencer del mondo motociclistico Fabrizio Mannino in arte Xedra, 21 anni. Dopo alcuni rinvii, l’altro ieri, lunedì 27 gennaio, in tribunale, a Pistoia, si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Patrizia Martucci, nella quale il giovane, tramite il proprio legale, ha chiesto e ottenuto di patteggiare due anni. L’imputato, residente in provincia di Pistoia, ha potuto beneficiare degli sconti di pena previsti dal rito alternativo scelto. Per lui anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, sempre per due anni.

La tragedia avvenne a Quarrata nella notte di domenica 3 settembre 2023: Fabrizio Francesco Mannino, 20 anni, di Termini Imerese (Palermo), si trovava a Pistoia dalla fidanzata ed era andato insieme a lei e ad altri amici alla zona industriale di Quarrata, punto di ritrovo dei giovani, tra via Palatucci, via Modena e via Bologna. Qui era avvenuto lo scontro tra i due ragazzi in sella alle loro moto, nel quale il giovane siciliano riportò ferite gravissime nel violento impatto. Ricoverato al San Jacopo, le sue condizioni apparvero da subito disperate per l’emorragia cerebrale oltre alle varie lesioni, e per lui non ci fu niente da fare: tre giorni dopo il suo cuore cessò di battere.

Il pubblico ministero titolare del procedimento penale, sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, aveva iscritto fin da subito il giovane pistoiese nel registro degli indagati e al termine delle indagini preliminari ne aveva chiesto il rinvio a giudizio ascrivendogli la responsabilità della morte di Mannino: "Per colpa consistita in imprudenza, imperizia e violazione delle norme regolanti la circolazione stradale" si legge nell’atto del magistrato.

"Con condotta consistita – si legge ancora –, mentre percorreva, con la ruota anteriore del suo motociclo (un Tm Racing 125) sollevata, via Modena all’intersezione con via Palatucci, nell’avere omesso di concedere la precedenza (nonostante l’obbligo di arrestare la marcia e comunque approssimandosi all’intersezione senza la dovuta cautela) alla moto (una Ktm 125) condotta da Mannino, il quale transitava con diritto di precedenza, così urtandolo e cagionandone la rovinosa caduta a terra e il decesso". Responsabilità confermate anche nella perizia cinematica del consulente tecnico Riccardo Bertini, a cui il pm ha affidato l’incarico di ricostruire la dinamica dell’incidente. Alle operazioni peritali ha partecipato, quale consulente tecnico per la parte offesa, anche Nicola Bartolini messo a disposizione da Studio3A-Valore Spa, a cui i congiunti della vittima si sono rivolti.

I familiari di Mannino erano già stati risarciti dalla compagnia assicurativa dell’altra moto, ma si aspettavano una risposta anche in sede penale. "La legge italiana è quella che è. E’ una giustizia molto relativa, i veri “condannati“ al dolore a vita siamo noi – ha commentato Cira Bivoni, mamma di Fabrizio, che ha lanciato anche un appello alla prudenza a tutti i motociclisti – Fabrizio è morto a causa di un eccesso di sicurezza, di una “spavalderia“ di un coetaneo. E’ giusto che i giovani coltivino le loro passioni, tra cui c’è sicuramente quella della moto, ma non si può prendere come se fosse una pista una strada usata da tutti, bisogna essere consapevoli che si possono causare gravi danni alle altre persone e vanno messe al primo posto prudenza e testa sulle spalle. Dobbiamo fermare questa continua strage di ragazzi sulle strade".

Daniela Gori