
di Giacomo Bini
È un’ottima l’annata dell’olio sia come quantità che come qualità, nulla a che vedere con l’orribile 2019 quando la mosca la fece da padrona. L’insetto che mina i frutti e rovina le raccolte quest’anno non si è visto, tenuto a bada dalla stagione propizia e, nei casi in cui si è presentato, dagli opportuni trattamenti. Ma in molti uliveti non si è fatto nemmeno ricorso agli espedienti anti-mosca, perché la crescita della drupa, il frutto succoso che genera l’olio, è avvenuta senza intoppi. Tra i produttori circola un legittimo ottimismo. "L’annata non è eccezionale come si sente dire da parte di qualcuno – precisa Riccardo Pretelli, legale rappresentante della cooperativa Pam (Produttori agricoli Montalbano) –, ma sicuramente è di livello medio-alto dal punto di vista della produzione e anche la qualità è eccellente. La mosca non c’è, perché chi ne ha avuto la necessità ha fatto i trattamenti con efficacia e in alcune zone non sono neanche stati necessari".
La Pam riunisce 600 soci che producono olive in un’ampia zona che va da Prato a Pistoia, dalle colline ai piedi dell’Appennino fino al Montalbano. Fanno tutti capo al frantoio di Campiglio, due linee di frangitura che possono trattare 50 quintali di olive all’ora. "Possiamo garantire una frangitura rapida – dice Pretelli – per consentire di rispondere in tempi brevi in modo da trattare sempre olive fresche. Qualcuno ha anticipato la raccolta a scapito della resa, ma ora anche la resa è in aumento, intorno al 10 per cento e andrà ad aumentare. Ieri sera ho visto l’olio che usciva, bello verde, con il colore che dà il senso dell’olio nuovo". C’è grande soddisfazione anche l’Azienda agricola Ravagli di Valdibure, che produce un olio biologico certificato con 4.500 piante in un terreno collinare a 36 metri sul livello del mare. "L’anno è andato molto bene fin dall’inizio – dice Mauro Ravagli – gli olivi hanno leggermente sofferto in agosto, ma poi le piogge di fine mese sono state propizie e anche dopo il fresco di notte ha fatto bene. L’annata poi spicca per quantità e qualità se confrontata con gli anni peggiori come l’anno scorso e il 2015 che fu ancora più brutto". La Fattoria Ravagli utilizza il proprio frantoio di Valdibure, un impianto moderno con la frangitura a coltelli per non provocare schiacciamenti delle olive. Quella del frantoio aziendale è una scelta ormai di molte ditte produttrici, come la Fattoria dei fratelli Betti di Quarrata e l’Azienda agricola di Giuseppe Marini e figli nel pistoiese. "Fin dai primi giorni di raccolta – dice Guido Betti – l’annata è apparsa buona sia per quantità che per qualità".
L’ottimismo è condiviso da Cesare Paganelli presidente di Cooperative Montalbano Olio&vino con sede a Lamporecchio. "Quantità più che raddoppiata – dice – dai 25mila quintali dello scorso anno agli oltre 60mila previsti per questa campagna olearia appena iniziata e ottima qualità. Abbiamo iniziato a frangere in anticipo, già dall’otto ottobre, per motivi organizzativi e la scelta è stata azzeccata, usiamo un unico frantoio, quello di Vinci e questo consente un risparmio sui costi del 15%".