CHIARA CASELLI
Cronaca

Quartetto d’archi e orchestra, evento unico

Domani sera sul palco del Manzoni il "Quarteto Casals" di Madrid e la Fil-Filarmonica di Milano. Da Mozart a Elgar a Caikovskij

Il Cuarteto Casals è uno dei quartetti d’archi più famosi del mondo

Il Cuarteto Casals è uno dei quartetti d’archi più famosi del mondo

L’orchestra d’archi è un quartetto all’ennesima potenza, il quartetto d’archi è un’orchestra nella sua più intima essenza. Il quinto appuntamento della Stagione concertistica dei Teatri di Pistoia si propone di esplorare questa inedita correlazione. A realizzarla, giovedì 27 febbraio al Teatro Manzoni (ore 20.30), saranno il Cuarteto Casals e la Fil-Filarmonica di Milano. Fanno da guida i membri di uno dei quartetti d’archi più famosi del mondo, fondato a Madrid nel 1997 e composto da Abel Tomàs e Vera Martínez ai violini, Cristina Cordero alla viola e Arnau Tomàs al violoncello. Ospite delle più prestigiose sale da concerto del mondo, dalla Carnegie Hall alla Filarmonica di Berlino, dalla Cité de la Musique di Parigi al Musikverein di Vienna, il quartetto vanta un repertorio sterminato che si estende dai classici ai contemporanei. Al suo fianco, per la prima volta sul palco del Manzoni, LaFil: una compagine, tenuta a battesimo nel 2019 da Daniele Gatti, che coltiva sin dagli esordi un approccio inedito con il pubblico, coinvolgendolo e rendendolo partecipe di ogni sua attività e si propone di divertire e di divertirsi ogni volta che suona, trasmettendo energia ed emozioni per regalare una nuova consapevolezza dell’esperienza musicale: un’orchestra, per così dire, fatta per chi ama la musica classica, ma soprattutto per chi l’ha sempre odiata. La sua formazione è flessibile e varia a seconda dei programmi. Le prime parti provengono dalle più importanti istituzioni musicali italiane e internazionali (quali l’Orchestra del Teatro alla Scala, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai, Berliner e Wiener Philharmoniker, Mahler Chamber Orchestra e altre). A esse si affiancano strumentisti giovani, selezionati tra le eccellenze. Il programma presenta in apertura il Divertimento per archi K 136 di Mozart, composto a soli 16 anni nel breve lasso di tempo intercorso fra il ritorno dal secondo dei tre viaggi in Italia con il padre Leopold e la partenza per l’ultimo di questi viaggi. Una pagina che nella sua semplicità si rivela un esempio della personale rielaborazione di differenti modelli che porterà il fanciullo prodigio verso la conquista del proprio stile.

A seguire, l’Introduzione e Allegro di Edward Elgar, per quartetto d’archi solista e orchestra d’archi, composizione scritta nel 1905 per la London Symphony Orchestra che era stata fondata l’anno precedente: un campionario di virtuosismi e di effetti strumentali e al contempo un interessante e singolare saggio di gusto per le sonorità del complesso d’archi, che costituì un modello d’ispirazione negli anni successivi per Vaughan Williams e Britten. Chiude il programma uno dei brani più amati dell’intero repertorio per archi: la Serenata op. 48 di Caikovskij, ideale omaggio del compositore a Mozart, ma al contempo specchio del suo stile inconfondibile, sebbene dominata da un senso di grazia e serenità raramente riscontrabili in altre opere del compositore russo.

Chiara Caselli