L’ultimo processo, il quarto, affrontato dopo le denunce della ex moglie, si è concluso ieri mattina in corte d’appello, a Firenze, con l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. La quarta assoluzione. Dovrebbe essere l’ultimo, perchè la madre dei suoi figli vive da diversi anni in Campania, dove si era trasferita per lavoro circa 7 anni anni fa, e i conflitti tra ex coniugi dovrebbero essere ormai completamente diluiti dal tempo e dalla lontananza, anche dai bambini, ormai adolescenti. Ma almeno la conclusione penale di una vicenda dolente, c’è stata.
"Una vicenda triste – osserva l’avvocato Fausto Malucchi del foro di Pistoia, difensore dell’uomo, un operaio cinquantenne della piana pistoiese – dove anche le difficoltà economiche possono aver avuto una influenza sul tracollo affettivo".
Il processo che si è concluso ieri mattina era scaturito dalla denuncia che la donna aveva presentato nel 2014 subito dopo che il tribunale di Pistoia aveva affidato i bambini, che all’epoca avevano tra otto e nove anni, al padre. La madre – , secondo quanto ricostruito per noi dall’avvocato Malucchi – quando, un giorno, li aveva sentiti piangere, avrebbe cercato di entrare nella ex casa coniugale passando da una finestra che l’ex marito le avrebbe chiuso sulla testa, provocandole lesioni per quindici giorni, a cui si erano poi aggiunti altri referti per trauma cranico e stress.
In primo grado, in tribunale, a Pistoia, il giudice Roberto Tredici aveva inflitto all’uomo una condanna a 9 mesi di reclusione, 200 euro e le spese (dilatate fino a circa 13mila euro), per lesioni volontarie. Era stato assolto dall’accusa di ingiuria, nel frattempo depenalizzata. Ieri mattina l’assoluzione, con formula piena, perchè il fatto non sussiste, davanti alla corte d’appella, e la conclusione giudiziaria di un lungo e amaro periodo.
Le ripetute denunce della ex moglie dopo la separazione avevano prodotto – come spiega l’avvocato Fausto Malucchi – quattro processi che si erano conclusi tutti con l’assoluzione: due in primo grado, a Pistoia e due, compreso quello di ieri, in appello. "Le motivazioni della sentenza – precisa il penalista pistoiese – saranno rese note fra 90 giorni, ma immagino che la corte abbia ritenuto la donna non attendibile.
"Nell’estate tra il 2014 e il 2015 – conclude Malucchi – la madre portò i bambini con sè. Non avemmo più notizie e per un anno non frequentarono una scuola pubblica. Non fu possibile riaverli. Non si poteva – ricorda Malucchi – chiedere il “sequestro “ dei bambini. Un caso che fu affrontato anche dalla Procura. Ma non ci furono spazi giuridici per agire".
l.a.