PISTOIANelle scorse settimane la Regione, dietro riscontro dell’Arr (Agenzia Regionale per il recupero), ha diffuso quelli che sono i dati relativi alla percentuale di raccolta differenziata dei vari comuni toscani nel corso del 2023. A questo, però, si aggiunge adesso ulteriori voci specifiche sulla filiera del riciclo, presentati da Legambiente durante l’ultimo Ecoforum.
Ricordiamo, innanzitutto, che a livello generale la media è del 66,64%, con un +0,7% rispetto al 2023: valori leggermente superiori a quelli che si trovano in provincia di Pistoia dove ci si è attestati al 63,21% con una crescita dell’1,21% in dodici mesi. In questo numero si trovano comuni virtuosi, oramai da anni, come Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme e Serravalle, tutti abbondantemente sopra l’80% ed altri esempi di differenziata che va più a rilento come direttamente nel capoluogo con "appena" il 52,53%.
In valori assoluti di tonnellate, il rifiuto più prodotto nella nostra provincia è stato l’organico con 32.135 tonnellate che, tenendo presente il diverso numero di popolazione degli altri capoluoghi, mette Pistoia al quarto posto in Toscana rimanendo dietro a Pisa, Lucca e Firenze ma, in proporzione alle utenze, ai vertici. Notevole anche la produzione di plastica con 7.583 tonnellate con sempre annesso quarto posto regionale.
Molto basso, invece, il rifiuto differenziato proveniente da lattine e metalli – entrambi all’incirca a cavallo delle 500 tonnellate – e dal legno al terz’ultimo posto in Toscana. Passando invece alla distribuzione dei rifiuti nei singoli comuni della nostra provincia, detto del primato nella differenziata di Lamporecchio (86,43%) che supera di un soffio la vicina di casa Larciano (86,20%) e che, al contrario, la classifica è chiusa da Abetone Cutigliano con appena il 24,81%, soffermiamoci sulla produzione effettiva.
Nel capoluogo, in un anno, si devono smaltire poco più di 22mila tonnellate di rifiuto urbano mentre 24.463 tonnellate sono di rifiuto differenziato: ovviamente i numeri effettivi si basano sul numero di abitanti di ogni comune ma, per esempio, a Pescia con 7.210 tonnellate di rifiuto urbano si fa quasi il doppio di Quarrata (poco più di 4mila) mentre nella città del mobile sul differenziato si sale a 9.151 tonnellate.
Complessivamente, a livello di produzione, Pescia riesce ad appaiare di fatto Montecatini nonostante 2mila abitanti in meno e sta davanti sia a Monsummano Terme (9.333 tonnellate) che Agliana con 9.659: chi produce di meno in assoluto è Sambuca Pistoiese con appena 835 tonnellate di rifiuto complessivo, quasi la metà di Abetone che però ha il 20% in meno di differenziata.
Saverio Melegari