GIACOMO BINI
Cronaca

"Mi gridavano: dacci i Rolex. Tre belve su me e mia madre". Imprenditore racconta la rapina in villa

L’incubo vissuto da Paolo Bartolini giovedì notte nella sua casa di Montale. I malviventi sono fuggiti con orologi preziosi e gioielli: un bottino da centinaia di migliaia di euro

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L'imprenditore mostra le scatole vuote degli orologi che gli sono stati portati via durante la rapina in casa

Montale (Pistoia), 4 agosto 2024 – Un imprenditore pratese di 57 anni, Paolo Bartolini, e sua madre 75enne hanno subito una violenta rapina nella loro casa di via Dalla Chiesa nella frazione di Stazione a Montale.

Tre uomini sono entrati in casa e li hanno picchiati con brutalità, minacciati e derubati di orologi preziosi e contanti. I malviventi, vestiti tutti con una tuta nera e col volto coperto, sono passati da un terrazzo e hanno fatto irruzione nella camera di Paolo Bartolini, che era a letto e stava per addormentarsi.

Erano le 23 di giovedì primo agosto e da quel momento è iniziata per Paolo e sua madre una mezz’ora da incubo. «Venivo da una giornata di lavoro faticosa – racconta Paolo con la voce resa rauca dalle urla di quella notte – ero molto stanco e mi stavo per assopire con la televisione accesa quando mi sono visto piombare addosso quei tre animali, vestiti come in assetto da guerra, mi chiedevano con minacce e insulti dove fossero gli orologi. Io non gliel’ho detto, istintivamente ho reagito, ho colpito uno di loro con un calcio e allora si sono incattiviti anche di più. Urlavo quanto potevo, mi hanno messo un cuscino sul viso e mi colpivano. Le federe si sono insanguinate. Uno mi teneva il ginocchio premuto sul petto. Intanto, un altro è andato nella camera accanto dove c’era mia madre e l’ha trascinata nel bagno per chiuderla dentro, non riuscendovi perché non c’era la chiave, l’ha colpita al volto, anche lei si è difesa come ha potuto e gli ha strappato gli auricolari, mentre la trascinavano nel bagno lei mi ha visto mentre mi picchiavano nel letto e il sangue sulla federa. Hanno buttato all’aria tutta la casa e alla fine hanno trovato quello che volevano, hanno preso gli orologi, i contanti anche quello che avevo nel portafogli dove hanno lasciato cinque euro e se ne sono andati".

La mamma di Bartolini ha subito contusioni al labbro superiore e al braccio sinistro. «E’ stato terribile – dice Paolo – erano tre bestie, non auguro a nessuno di provare una casa del genere".

Gli stessi rapinatori hanno detto a Paolo, mentre lo picchiavano che erano rumeni e che sapevano che aveva gli orologi. Appena se ne sono andati Paolo ha chiamato i carabinieri che sono intervenuti immediatamente ed hanno compiuto i rilievi del caso dando subito inizio alle indagini che sono tuttora in corso.

Gli artefici della rapina sono con tutta evidenza una formazione organizzata e disposta a tutto, un vero commando, costituito da tre uomini entrati in casa e probabilmente altri fuori, collegati con gli auricolari, a sorvegliare l’ingresso delle due strade di accesso.

Sapevano cosa c’era in casa e cosa cercare come hanno rivelato loro stessi. Hanno portato via tre orologi Rolex, di cui uno d’oro modello Daytona del valore da solo di 94mila euro, un altro orologio cartier, per un valore totale di orologi di circa 160mila euro, oltre ventimila euro di contanti e altri 800 euro presi dal portafogli. I contanti erano gli incassi dell’attività imprenditoriale di Bartolini che è titolare della ditta Elite srl, con sede nella zona industriale di Montale, che lavora in forniture per alberghi, bar e ristoranti. "Gli orologi sono da sempre una mia passione – dice Paolo – li ho comprati con il frutto del mio lavoro, l’ultimo lo scorso Natale".

La casa rapinata si trova in una stradina molto appartata che corre lungo l’argine del torrente Agna ai margini della zona industriale di Montale e a poche decine di metri dall’inceneritore. E’ un appartamento al piano rialzato costruito sopra un laboratorio artigianale secondo una tipologia immobiliare tipica della zona montalese. La strada di notte è buia, non avendo un impianto di illuminazione pubblica e non ci sono telecamere. La zona è molto vicina ai collegamenti viari con l’autostrada, facile da raggiungere e facile da abbandonare rapidamente. I residenti della zona chiedono una migliore illuminazione e soprattutto un impianto di videosorveglianza.