Dopo l’incontro a sfondo culturale (ma anche e soprattutto politico) con Eike Schmidt giovedì a Pistoia, Alessandro Tomasi è tornato a parlare della sua possibile candidatura a futuro presidente della Regione Toscana. Lo ha fatto ieri a Siena, a margine di un incontro sulla Multiutility organizzato da Fratelli d’Italia, confermando quella linea prudenziale ma possibilista che ha sempre contraddistinto le sue dichiarazioni pubbliche in merito. "Sono lusingato che il mio nome venga fatto – ammette – ne sono stati fatti anche altri e altri ancora ne verranno fatti. Ma faccio notare che, se le elezioni regionali saranno posticipate e si voterà nel 2026 per una giornata elettorale unica, mancano due anni e mezzo. Mi sembra ancora tutto prematuro". Impossibile dargli torto. Così com’è impossibile pensare ad aperture più ampie in questa fase, con tutti i rischi di "scottature" che ne deriverebbero. Tomasi, insomma, era ed è ancora in pole position come candidato governatore. Ma la strada è ancora lunghissima e lui lancia cariche di alleggerimento della pressione: "In questo periodo che manca – ribadisce – intendo fare il sindaco perché come amministratori abbiamo tante cose da fare. E poi c’è da portare a termine il Pnrr. Detto questo, sono sicuro che il centrodestra arriverà alle elezioni regionali con una classe dirigente coesa e ampia".
Quanto al tema centrale del convegno, Tomasi ha le idee chiare: "Qui stiamo discutendo del piano industriale della Multiutility, la cosa più importante – mette in chiaro –. C’è poi il dibattito sulla quotazione in Borsa che è dirimente. Ma anche su questo vedo che il Pd e i sindacati sono spaccati. Si dovrà andare in Borsa solo se il piano industriale ci soddisfa e regge e risponde alle domande del ‘perché si va e ‘dove si trovano i capitali’". Per Tomasi "la cassaforte pubblica della Multiutility toscana sarà il 51% nelle mani delle amministrazioni. Un capitale da un miliardo e 200 milioni di euro è in mano alla holding pubblica, è la tutela in caso di quotazione in Borsa. Si potrebbe allargare la holding alle Fondazioni toscane o alle imprese del territorio che supportino la strategia. Ma – conclude il sindaco di Pistoia – resterà una multiutility toscana".
Alberto Irace, ad di Alia, direttore generale di Estra e stratega della multiutility toscana, ha mostrato da remoto le slide che riassumono il piano industriale della holding pubblica dei servizi che sta prendendo forma. Piano che prevede l’integrazione tra le grandi aziende dei servizi, da Publiacqua a Estra e Alia, con possibile allargamento alle Marche (socie al 10% di Estra) e alla Toscana (Acque spa nel mirino). E che non può non guardare alla quotazione in Borsa per trovare capitali. La stima è di avere un utile lordo di 558 milioni nel 2030 e di investire 2,5 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi nelle reti. Già oggi la multiutility registra 2 miliardi di fatturati e 330 milioni di utile lordo ed quinta a livello nazionale.