Riaperta la strada dell’Abetone. Ma la paura per nuove frane resta. Proprio lì ci fu un incidente mortale

Su quel tratto della Statale 12 , anni fa, un’auto fu colpita da un masso. Le proteste: "Ora serve manutenzione"

Riaperta la strada dell’Abetone. Ma la paura per nuove frane resta. Proprio lì ci fu un incidente mortale

Su quel tratto della Statale 12 , anni fa, un’auto fu colpita da un masso. Le proteste: "Ora serve manutenzione"

La frana sulla Strada Statale 12, dopo le incessanti e violente piogge tra giovedì e venerdì, riporta alla memoria la fragilità di un territorio che da tempo chiede un’attenzione maggiore e opere di manutenzione. Proprio in quel tratto infatti, avvenne un tragico incidente nel settembre del 2006, quando perse la vita un giovane sestese di 38 anni, alla guida della sua auto colpita in pieno da un masso caduto dalla scarpata, praticamente nella stessa zona dove si è verificata l’ultima frana. Il padre che gli sedeva accanto invece si salvò, nonostante la macchina fosse precipitata nella scarpata. I due stavano tornando dall’Abetone dove, pare si fossero recati per un’escursione. Tra i due fatti non c’è collegamento salvo quello della zona dove sono avvenuti ma, servono a evidenziare nuovamente che la montagna ha una serie di fragilità che vanno tenute sotto controllo.

La Strada Statale 12 è stata riaperta venerdì sera, ma ora si teme che gli smottamenti possano ripetersi alle prime violente piogge, visto che l’inverno è alle porte. A raccogliere le preoccupazioni per la pericolosità della strada di tanti è Giampiero Danti, responsabile del consorzio Abetone Saf (Società Abetone Funivie) che da sempre la percorre tutti i giorni la SS12: "La strada denuncia la sua vetustà e la totale inadeguatezza della manutenzione, in periodi come questo, dove una notevole piovosità ha reso il terreno fradicio, basta soffi un poco di vento e il peso della pianta che, nessuno ha colpevolmente tagliato, innesca la frana. Così a cadenza quasi annuale la Strada Statale 12 viene chiusa per periodi più o meno lunghi e noi siamo costretti a passare dalla provinciale delle Torri Di Popiglio che, in quanto a manutenzione sta altrettanto male". Ad aggravare i disagi dei residenti c’è anche il fatto che sulla SP20, che è l’unica alternativa che si possa percorrere, ci sono due ponti inibiti al traffico superiore a 35 quintali. Questo vuol dire che gran parte dei trasporti per servizi di merci e altro non possono utilizzare quel collegamento.

Andrea Nannini