Pistoia, 14 febbraio 2021 - Un week end di lavoro perso che da solo sarebbe stata in grado di mettere un cerotto, seppur piccolo, su un’emorragia che va avanti da mesi. Il verdetto che arriva dalla sera alla mattina - “la Toscana torna arancione dal 14 febbraio – ha tutte le sembianze per i ristoratori di una vera e propria condanna. Per alcuni quasi certamente a morte. La sensazione che si percepisce nel settore è questa, in particolare nei gruppi WhatsApp aperti tra colleghi della categoria che nelle ultime ore sono letteralmente scoppiati: “La rabbia cresce perché si somma a una serie di errori che da marzo a oggi si sono susseguiti inesorabili – è il commento che arriva dal ristorante Stilnovo, per bocca di Giulia Nencini che parla anche a nome dei colleghi di piazza Spirito Santo, un gruppo dunque di quattro-cinque altri locali – e per i mancati ristori che avrebbero potuto non dico risolvere, ma almeno regalare una tregua. Una decisione così improvvisata come quella di passare da gialli ad arancioni non poteva non danneggiare un settore come il nostro che vive di programmazione".
"E poi - prosegue -, c’è troppa generalizzazione: non si può pensare di assimilare un ristorante ad un cocktail bar. La tensione nel settore la si taglia col coltello, stiamo andando molto oltre quanto già vissuto nei mesi scorsi. Tra gli appuntamenti in calendario certamente quello del 22 febbraio a Roma per contestare la decisione di tenerci chiusi e altri tipi di proteste bianche allo studio per far sentire la nostra voce”. Non si capacita della situazione neppure Stefano Parenti de Il Pollo d’oro, convinto che ci si trovi di fronte nient’altro che a un accanimento: “Siamo diventati hub, non siamo più ristoranti. Sappiamo in ogni momento chi entra e chi esce, dati personali, numeri di telefono e temperature, sanificazioni a intervalli regolari e costanti. E i nostri non sono luoghi sicuri? Perché la nostra amministrazione regionale non ha voluto far sentire la propria voce mentre altrove si è potuto restare aperti almeno la domenica? Negli ultimi cinque mesi gli incassi hanno subito una flessione del 90%. Non sono ipotesi, sono certezze documentate. Andiamo avanti così in questa immobilità e sarà la fine per molti”.