LUCIA AGATI
Cronaca

"Può uccidere ancora". Ruscio resta in carcere. Il giudice accoglie la richiesta dei pm

Per giustificare i graffi sul volto aveva detto di essere stato aggredito da un uomo che era in carcere da due giorni. I rilievi fotografici in caserma della ferita all’orecchio: c’era il solco di un’unghiata

Patrizio Ruscio viene ricondotto in carcere dopo la confessione

Patrizio Ruscio viene ricondotto in carcere dopo la confessione

Pistoia, 24 giugno 2023 – C’è il pericolo concreto, e attuale, che Ruscio uccida ancora. E’ per questo che la Procura della Repubblica ha chiesto la misura cautelare della custodia in carcere per il ragioniere sessantenne pistoiese che la mattina di martedì primo giugno, reo confesso, ha ucciso, soffocandola, l’anziana madre, Ottavina Maestripieri, che aveva da pochi mesi compiuto novant’anni. Richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari Luca Gaspari. L’ordinanza ha raggiunto l’indagato in carcere, dove è detenuto dopo la doppia evasione: la mattina dell’omicidio e cinque giorni dopo, la mattina del 6 giugno. Due circostanze sottolineate dal dottor Gaspari che così scrive: "La misura cautelare proporzionata all’entità del fatto e idonea rispetto alle esigenze cautelari, è quella della custodia cautelare in carcere, poiché non si può contare sul rispetto spontaneo di una misura domiciliare , considerato il profilo di personalità che emerge dagli atti e in particolare dalla dimostrazione concreta che neppure la detenzione domiciliare in fase di espiazione di pena è stata sufficiente a indurre il rispetto della restrizione. Correttamente osserva il pubblico ministero che la misura della custodia cautelare in carcere è “proporzionata all’entità dei fatti (omicidio aggravato)“, per cui si procede, e alla sanzione per essi irrogabile: l’ergastolo".

Nelle venti pagine in cui il giudice Gaspari estende l’ordinanza, ripercorre compiutamente i momenti più significativi dell’indagine, diretta dai sostituti procuratori Linda Gambassi e Leonardo De Gaudio e condotta dai carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale e della Stazione di Pistoia. Un’indagine ancora in corso, corredata da accertamenti mirati, precisi, da riscontri accurati di tutte le dichiarazioni. Tanti aspetti sono già noti, altri emergono. Come l’attenzione, fin dai primi momenti, alle ferite che Ruscio aveva sul volto e che erano state notate anche dal primo medico del 118 intervenuto, e che dopo aver ipotizzato la morte naturale di Ottavina, si era poi ricreduto, comunicando all’Arma le sue successive riflessioni.

Una giornata di particolare approfondimento investigativo era stata quella della domenica 4 giugno, quando, nel pomeriggio, Patrizio Ruscio, assistito dal suo avvocato, era stato accompagnato di nuovo nella caserma dei carabinieri, dove era già stato a lungo interrogato la sera e la nottata del primo giugno, già indagato per omicidio volontario. Qui, ad attenderlo, aveva trovato il consulente medico legale della Procura, il dottor Stefano Pierotti, e il dottor De Gaudio che avevano proceduto a una ispezione personale, corredata dai rilievi fotografici della Scientifica. La loro attenzione si era concentrata su due ferite: una abrasione sullo zigomo sinistro e il sangue raffermo sul padiglione auricolare sinistro. La forma di quella ferita appariva compatibile con una unghiata, e sotto l’unghia dell’indice della mano destra di Ottavina c’era il materiale biologico che è stato prelevato durante l’autopsia e di cui si attendono gli esiti. Ruscio aveva prima giustificato quelle ferite con il graffio del cane, circostanza smentita dalla moglie, e poi con l’aggressione di un uomo che conosceva, ma che era in carcere dal 30 di maggio.

L’auto con cui Ruscio aveva raggiunto via Monteverdi aveva la scatola nera assicurativa, che ha registrato tutti i suoi movimenti, e le telecamere del benzinaio di viale Adua lo hanno visto passare, il primo giugno, alle 6.32 ora sempre indicata dagli inquirenti come quella in cui, di lì a poco, avrebbe varcato la soglia dell’appartamento in cui la madre viveva e dove, serenamente, dormiva. C’è anche una sconvolgente testimonianza di una vicina di casa che tra le 6.35 e le 6.40 di quella mattina sente dei lamenti: "Sono durati qualche minuto. Poi non ho sentito più nulla. Era una voce di donna". Ruscio accende i suoi due telefoni alle 6.58 e dà l’allarme al 118 alle 7.04. Tutto si è compiuto in pochi minuti.

Per il giudice Gaspari non vi è "Alcun dubbio sui gravi indizi di colpevolezza, in presenza di una confessione che è in linea con i dati emersi dalle indagini. Ma secondo il giudice ci sono ancora aspetti da chiarire. Come il fatto che Ruscio, anche alla fine di maggio, avesse chiesto soldi alla madre che aveva venduto alcuni gioielli per avere denaro contante.

«Altro aspetto – scrive il giudice – è la credibilità della spiegazione fornita sull’impellenza di parlare con la madre all’alba del primo giugno, in relazione a una scadenza di pagamento (l’affitto annuale) fissata alla fine del mese, e sulla scelta di commettere un reato, quello di evasione, per parlare con lei di problemi economici, il che non richiede necessariamente incontrarsi di persona".

Fra pochi giorni Ruscio, che sarà assistito dal suo difensore, l’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze, affronterà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Luca Gaspari. Il suo legale non esclude che si possano aprire altri scenari. "L’esame del padiglione auricolare del mio assistito è stato importante. Ora attendiamo – ci ha detto Stefani ieri – i risultati del confronto del Dna di Ruscio con quello trovato sotto le unghie della madre, che a questo punto “deve“ essere il suo".