Francesco Storai
Cronaca

Pistoia, salasso ristoranti e sanità: previsti 1.600 euro in più

La spesa delle famiglie pistoiesi continua a crescere rispetto all’anno scorso. La provincia è al settimo posto nella classifica delle città più care d’Italia

Bollette sempre più care, ma anche le altre spese crescono

Bollette sempre più care, ma anche le altre spese crescono

Pistoia, 28 marzo 2022 - Ristorazione e servizi sanitari fanno schizzare in alto il costo della vita a Pistoia, oltre 1.600 euro di costi in più per famiglia rispetto allo scorso anno. Questa la fotografia statistica ripresa dall’Unione Nazionale Consumatori, che ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia sulla base degli ultimi dati Istat. Pistoia è molto in alto nella classifica: è settima, con un’inflazione annua stimata al 6,2% e con un rincaro medio di 1.615 euro per famiglia.

La nostra città si piazza davanti anche a Firenze: il capoluogo di regione fa registrare un aumento del costo della vita di 1598 euro per famiglia, mentre le grandi città come Roma, Milano, Napoli hanno avuto tutti rincari più contenuti. La stessa media dell’inflazione toscana è più bassa del dato pistoiese, 5,5% rispetto al nostro 6,2%. Insomma, quello mostrato dalle statistiche assume le caratteristiche di un vero salasso per i pistoiesi.

Andando più in profondità nella lettura dei dati forniti dall’Unc, appare evidente che i rincari siano stati spinti sia da dinamiche economiche nazionali (aumento dei costi di carburanti, dell’energia, acqua ad esempio) che da rincari "locali", che hanno fatto la differenza rispetto alle altre città. Dati dunque per assodati gli aumenti dei costi della fornitura di energia elettrica e gas (si arriva fino al +71% rispetto all’anno scorso, dati in linea con la media toscana e nazionale), a Pistoia salta all’occhio un 27,2% in più sui servizi ospedalieri rispetto allo scorso anno. Un aumento corposo che non trova uguali in altre zone con la media nazionale fissata al 1,6% e quella toscana al 1,4%. Occorre sottolineare che con la dicitura ’Servizi ospedalieri’ Istat calcola anche le tariffe di aziende e professionisti sanitari privati che operano nel settore medico al di fuori dell’Asl.

Un altro rincaro che spicca, seppur meno corposo, è quello relativo a ristoranti, bar e catering: 4,8% di aumento rispetto ad una media toscana del 2,4%. Una voce, invece, che fa segnare un aumento molto contenuto rispetto alla media è quella dei ’Servizi di alloggio’ (per Istat le "strutture che forniscono alloggio per brevi periodi a visitatori e viaggiatori"), 4,6% in più rispetto ad una media Toscana del 12,6%. Un rincaro "mancato" che, a meno di non voler passare le vacanze in una struttura alberghiera della propria città, ben difficilmente sarà goduto dai pistoiesi.

"Nessuna famiglia in Italia – sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – ha guadagnato in più per coprire i rincari del costo della vita nelle proprie città. Le persone si stanno pesantemente impoverendo e questo avrà effetti nefasti sui consumi e sulla ripresa economica del Paese. Per questo è importante che il Governo intervenga con misure serie per calmierare i prezzi e il primo provvedimento da prendere è quello di ridurre i prezzi dei carburanti che incidono su tutta la mer ce trasportata e ricadono sui consumatori finali, abbattendo le accise di benzina e gasolio di almeno 50 centesimi". In attesa di tutto ciò, i pistoiesi continueranno a pagare caro lo stare nella propria città.